Roma, 31 luglio 2023 – Professor Pasquale Tridico, ex presidente dell'Inps, partiamo dallo sostanza. Cosa rimane del reddito di cittadinanza o in sua vece per chi si trova in condizioni di povertà?
“La sostanza è quella di aver fatto recapitare 160 mila messaggi per annunciare la decadenza del reddito di cittadinanza. Che era cosa nota. Anche se non lo erano le modalità e l'ineleganza. Ma soprattutto la sostanza è il fatto di non essere pronti sulle annunciate alternative. Da qui a gennaio decadranno in tutto 600 mila persone occupabili e a oggi non ci sono gli strumenti di politica attiva del lavoro e la piattaforma che dovrebbe sostituire il reddito. Parliamo di persone che da un giorno all'altro rimangono senza sussidi”.
E la card alimentare creata dal governo?
“Hanno creato questo bonus alimentare su una card una tantum che sembra da paese in via di sviluppo. Lo hanno concepito in modo molto complicato, iper selettivo, con prodotti che si possono acquistare e altri no, senza alcun criterio. Ma soprattutto per soli 1,3 milioni dei 7 che sarebbero sotto la soglia per ottenerla. E con un budget di soli 500 milioni da spendere solo nella grande distribuzione. Perciò la card. Mentre l'anno scorso abbiamo versato direttamente sui conti correnti di 32 milioni di persone con reddito sotto i 35 mila euro. Con l'inflazione che galoppa al 7% e il potere di acquisto ridotto del 15% in due anni, ogni comune chiamerà i beneficiari in modo contingentato, sulla base di criteri irragionevoli, come fosse una vincita alla lotteria”.
Proprio i comuni si sono dichiarati allarmati per la situazione che si sta creando con le cessazioni del reddito...
“Perché hanno ribaltato tutta la responsabilità sui comuni e i servizi sociali, come se potessero salvare chi rimane senza aiuto. Invece dovrebbero prorogare gli strumenti esistenti fino a chi non sono pronti e non mettono in carico un nuovo sistema di accoglienza basato sulle politiche attive: cosa che non si crea da un giorno all'altro, ma in mesi e mesi”.
Invece cosa rimane in campo per fronteggiare la situazione?
“C'è un assegno d'inclusione che proseguirà per i non occupabili: disabili, minori e anziani. Come se i poveri fossero solo questi. D'altra parte nel nostre paese abbiamo già assegni sociali per anziani e minori e pensioni di invalidità. Se si ritiene che siano misure insufficienti, possono essere aumentate. Ma non possiamo pensare che esistano solo quelle categorie di poveri e che nel Mezzogiorno ci siano persone che vivono nel bengodi e non vogliono lavorare. Negli ultimi 20 anni dal sud sono partite verso nord 1,2 milioni di persone in cerca di lavoro. Le persone vogliono lavorare, ma non ci sono le opportunità”.
E' la linea che dichiara di seguire il governo, accusando il reddito di cittadinanza di “assistenzialismo”...
“Io sono convinto che si debba creare lavoro. Nel momento però in cui il mercato non riesce, bisogna fare in modo che lo stato si prenda cura di chi non ce la fa: perché il mercato lasciato a sé crea residui umani e ambientali, come dice papa Francesco. Ma il modo di agire del governo mi pare una lotta contro i poveri, anziché contro povertà. Al contempo viene fatto uno scudo fiscale per il rientro dei capitali degli evasori, mentre nella delega fiscale le aziende che hanno fatto extraprofitti possono pagare con una moratoria di cinque mesi. Quelle stesse aziende che, come affermato da Bce e Fmi, sono le principali responsabili della crescita dell'inflazione”.
La Lega che aveva varato il reddito adesso lo contesta, mentre il Pd che si era opposto adesso lo difende. Non crede che il problema sia politico?
«Io non sono un politico. Sono un professore universitario che ha fatto il tecnico al servizio del paese. La mia critica ogni volta dà fastidio quando si tratta di politiche del welfare, ma riguarda unicamente quelle. Piuttosto però che rispondere nel merito, mi vorrebbero perseguire attraverso un'inchiesta ad persona che non ha né capo né coda”.
Considera ‘ad personam’ la commissione di inchiesta parlamentare che propone la maggioranza?
“Io innanzitutto non ho nulla temere. Sono stato l'unico in Inps a creare una direzione antifrode, che ha contribuito a stanare furbetti di ogni tipo, dai falsi invalidi al reddito di cittadinanza; rispetto al quale – attraverso accordi rafforzati con Guardia di Finanza e Carabinieri – abbiamo rifiutato 1,2 milioni di domande a monte e ne abbiamo revocate e messe in decadenza 800 mila. E' tutto documentato. Anche perché non ci sono padri padroni in Inps: il controllo della Corte dei conti è interno, ci sono un collegio dei sindaci e ispettori del Mef e del ministero del lavoro. Io perciò non ho scheletri nell'armadio e sono completamente trasparente. A meno che non mi si accusi di qualche dolo. E allora mi riserverei io di valutare eventuali azioni legali”.