Martedì 12 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

L’ex reddito di cittadinanza cambia ancora nome: Gil, Gal e Pal in soffitta, arrivano l'Assegno di inclusione e lo Strumento di attivazione

In principio fu la Social Card, poi il reddito di inclusione. Nella bozza dell’ultima riforma due nuove diciture

Reddito di cittadinanza (Ansa)

Reddito di cittadinanza (Ansa)

Roma, 28 aprile 2023 – Il nuovo Reddito di cittadinanza riformato, riveduto e corretto, non è neanche nato che ha già cambiato nome almeno tre volte. E così, dopo Mia, Gil, Gal e Pal, nell’ultima bozza che porta la data di oggi viene ribattezzato Assegno di inclusione e Strumento di attivazione lavorativa, due formule per le quali si devono decidere gli acronimi da utilizzare. La differenza tra le varie ipotesi non è solo nominalistica, ma la fantasia degli uffici legislativi dei ministeri dei ministeri del Lavoro e dell’Economia fa effetto. Vale la pena, dunque, passare in rassegna le molteplici soluzioni messe nero su bianco negli anni per indicare le misure destinate al contrasto della povertà. In principio fu, nel 2011, la cosiddetta Carta acquisti ribattezzata anche Social card, varata dal governo Berlusconi su iniziativa dei Ministri Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti. Negli anni successivi è stata la volta del Rei, Reddito di inclusione, promosso dal governo Renzi. Rdc è stata, invece, la sigla del Reddito di cittadinanza, sostenuto dai grillini e approvato durante il 2018-2019 dal governo Conte I e dalla maggioranza giallo-verde. Si arriva così ai mesi scorsi, quando il governo Meloni annuncia la riforma del Reddito di cittadinanza. E da quel momento le ipotesi in ballo si moltiplicano. In un primo tempo compare la sigla Mia, per indicare la Misura di inclusione attiva, che, però, rimane sulla carta. Segue la moltiplicazione delle soluzioni con Gil, Gal e Pal, per segnalare l’arrivo della Garanzia di inclusione, la Garanzia di attivazione lavorativa e la Prestazione di attivazione lavorativa: quest’ultima solo temporanea, però. Ma non è finita. La bozza che contiene le nuove soluzioni dura una settimana o poco più. Arriviamo a oggi e scopriamo che i nomi sono cambiati di nuovo: siamo all’Assegno di inclusione e allo Strumento di attivazione. Non disperiamo, però. Fino al primo maggio restano altre giornate e tutto può di nuovo cambiare.