Roma, 2 novembre 2018 - "Il reddito di cittadinanza? Ha complicazioni attuative non indifferenti. Se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene. Altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso". E' duro il colpo inferto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti della Lega nel libro di Bruno Vespa a una delle misure cardine del M5s.
Ma Di Maio tira dritto e assicura: nella manovra 2019 i fondi per il reddito di cittadinanza e "quota 100" per la riforma della legge Fornero sulle pensioni ci sono. "Chi dice che non ci sono sta dicendo bugie", perché "in manovra ci sono i soldi, c'è la ciccia". "Ma siccome le norme regolamentari non possono stare lì - spiega - dopo la legge di bilancio, magari a Natale o subito dopo, si fa un decreto con le norme per reddito e pensioni di cittadinanza e riforma della Fornero. Lo faremo con un decreto, non un ddl perché ci vorrebbe troppo e c'è emergenza povertà". E anche il premier Giuseppe Conte sottolinea: "Questa riforma del reddito di cittadinanza partirà l'anno prossimo. Siamo ben consapevoli - aggiunge - che va fatta con attenzione: è la ragione per cui non è stata inserita adesso, teniamo farla bene e con tutti i dettagli".
A rincarare la dose ci pensa anche Riccardo Fraccaro. "Le complicazioni - sottolinea il ministro pentastellato - nascono quando si prova a insinuare dubbi sui punti inseriti nel contratto, che stiamo portando avanti come maggioranza contro tutto e tutti. Il Governo non arretrerà di un solo millimetro, porteremo a casa uno ad uno tutti i punti del contratto. Chi non è convinto fino in fondo di ciò che facciamo è destinato a ricredersi. Il cambiamento va avanti senza se e senza ma".
LA PRECISAZIONE - A gettare acqua sul fuoco ci pensano prima fonti della Lega ("Non c'è nessuna intenzione di bloccare il reddito di cittadinanza", assicurano ribadendo come non ci sia "alcuno scontro" sul punto con i 5 Stelle), poi lo stesso Giorgetti. "Siamo al lavoro per risolvere i problemi del paese - dice il sottosegretario dopo un incontro con il premier a Palazzo Chigi -. Siamo sorpresi dalle polemiche inutili e pretestuose. Il governo va avanti unito con Lega e 5 stelle sulle cose da fare a cominciare dal dossier alluvioni, bilancio. Con Europa discuteremo con tranquillità e con le idee chiare senza arretramenti".
Flat tax, la simulazione sui redditi. Ecco chi ci guadagna
PIU' SOLDI ALLA SCUOLA - Intanto, in diretta facebook, Di Maio annuncia anche alcune modifiche che il Movimento 5 Stelle vuole apportare alla Legge di Bilancio. "Nei prossimi due mesi" nell'iter della manovra "dovremo dare più soldi a scuola, università e ricerca", "tagliando un pò le detrazioni e gli sgravi fiscali ai petrolieri. Tagliamo da dove si inquina e mettiamo dove serve, per la formazione dei ragazzi e anche per gli stipendi degli insegnanti".
SCURE SU PENSIONI D'ORO E FONDI AI GIORNALI - Poi la scure su vitalizi e pensioni d'oro. "Pensioni d'oro, più risorse per scuola, università e ricerca, e tagli ai fondi ai giornali" sono le tre priorità che il Movimento 5 Stelle sosterrà nell'iter della manovra. Misure che mancano perché "abbiamo fatto una corsa contro il tempo e" su alcune norme "stiamo ancora facendo i conti, come per le pensioni d'oro: non sono ancora soddisfatto perché voglio recuperare ancora di più, recuperare più soldi possibile a questa gente che ci ha rubato il futuro".
"La Lega ha difeso le testate locali che spesso raccontano il Paese molto meglio dei giornali nazionali - dice il ministro a proposito degli annunciati tagli all'editoria -. Ma vanno finanziati in maniera meritocratica: voglio investire magari per far nascere nuovi giornali e non per tenere quelli che restano aperti solo per prendere i finanziamenti".
"Diciamo ai consiglieri regionali che o si tagliano i vitalizi o noi tagliamo i trasferimenti per le spese di funzionamento, se i consiglieri non si tagliano il vitalizio noi tagliamo ai consiglieri regionali gli stipendi", continua il vicepremier.
I PAESI DEL NORD AVVERTONO L'ITALIA - Intanto 10 Paesi nordici europei hanno messo nero su bianco in un 'paper' la volontà di riformare l'Eurozona con una stretta sul fondo salva Stati e una maggiore responsabilità dei singoli sulle perdite. Quello di Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lettonia, Svezia, Olanda, Slovacchia e Repubblica Ceca si tratterebbe - per il quotidiano olandese De Volkskrant - di un "forte avvertimento all'Italia: gli investitori in titoli di stato italiani potrebbero perdere i loro soldi".