Lunedì 23 Dicembre 2024
EMILY POMPONI
Economia

Rate mutui, aumenti fino al 70% nel 2023: previsioni e soluzioni

Non è ancora finita per i debitori. In arrivo nuovi rialzi Bce, ma il governo propone un freno: ecco ipotesi e proiezioni per i prossimi 5 anni

Salgono ancora i tassi. Nei mesi a venire la stretta monetaria della Banca centrale europea aumenterà ancora tassi dei mutui e le rate dei variabili potrebbero crescere fino al 70%. Cresce la preoccupazione di giovani e famiglie che hanno un mutuo sulle spalle e che, da ormai un anno, sono testimoni di un inesorabile innalzamento dei pagamenti a fine mese. Ecco cosa accadrà nei prossimi 5 anni e cosa ha in mente il governo per far fronte all’aumento delle rate.

L'aumento dei mutui
L'aumento dei mutui

Tassi mutui luglio 2023

La Bce non si ferma: finché l’inflazione non tornerà a scendere attorno al 2%, la morsa monetaria non avrà fine. Le conseguenze per i mutuatari? Rate più alte, specie per chi ha siglato un mutuo a tasso variabile. L’impatto, infatti, riguarda principalmente i finanziamenti legati all’indice Bce; ciò non toglie che a risentire delle conseguenze siano indirettamente anche i mutui legati ai tassi Euribor e Irs. Molto probabilmente luglio sarà un mese molto caldo, e non solo per le temperature record. Se, come previsto, la Bce alzerà ancora di altri 25 punti base i tassi d’interesse, i mutui a tasso variabile supereranno il 4% del tasso attuale. Non solo, ma stando alle previsioni,dopo la stangata di luglio è previsto anche un secondo ritocco a settembre.

Come spiega l’amministratore delegato di Telemetro, Angelo Spienza: “Bisogna aspettarsi che la rata mensile per i finanziamenti a tasso variabile salga ancora. Calcolando che negli ultimi 12 mesi c’è già stato un aumento medio di oltre 200 euro, chi ha acceso in passato questo tipo di finanziamento può valutare con la propria banca la possibilità di rinegoziare il mutuo, passando dal tasso variabile a quello fisso senza costi aggiuntivi, come previsto dalla legge di bilancio per il 2023. Oppure può chiedere una surroga verso il tasso fisso a un nuovo istituto di credito, in modo da mettersi al riparo dal rischio di ulteriori rialzi”.

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Previsioni tassi mutui prossimi 5 anni

Se da un lato gli esperti ci preparano a un imminente innalzamento dei tassi tra luglio e settembre, dall’altro lato avvertono che potremmo assistere a una successiva fase di stabilizzazione dei tassi. Questo, infatti, si legherebbe ad una probabile discesa dell’inflazione, con riduzione progressiva delle pressioni sui prezzi, che inevitabilmente frenerebbero l'ascesa dei tassi alle stelle. Ma quando scenderanno?

Innanzitutto, i parametri di indicizzazione che guardano al lungo periodo come l’indice Irs dei mutui a tasso fisso iniziano a scontare una frenata. Secondo Telemutuo, sebbene sia difficile ipotizzare una discesa del costo del denaro nel 2023, i tassi d’interesse non avranno più l’andamento galoppante visto fino ad adesso. Ad ogni modo, le proiezioni per i prossimi 5 anni mostrano un Euribor 3 mesi, oggi intorno al 3,6%, pari a +3,56% a dicembre 2023, +2,68% a dicembre 2025, +2,76% a dicembre 2027, e +2,71% a dicembre 2028. Ma il futuro è tutto da vedere.

Governo contro l’aumento delle rate

Nel frattempo, l’aumento esponenziale delle rate dei mutui mettono a dura prova i mutuatari. Per fare fronte a questa situazione, il governo italiano starebbe pensando ad un accordo "spalma rate" con le banche per allungare la durata dei mutui già accesi. L’obiettivo è congelare la rata ai tassi attuali, cosicché i mutuatari possano riuscire a pagare la rata a fine mese senza venir meno all’impegno pattuito.

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Altre soluzioni contro l’aumento delle rate

I titolari di mutuo in difficoltà con i pagamenti delle rate possono richiedere la sospensione del mutuo usufruendo del Fondo Gasparrini o Fondo di solidarietà. Il fondo, lo stesso utilizzato dalle famiglie italiane durante l’emergenza Covid-19, consente a determinate categorie (come i lavoratori che sono in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro, i liberi professionisti o le partite Iva con difficoltà economiche, le cooperative edilizie) di sospendere i pagamenti delle rate fino a 18 mesi così da non finire in sovraindebitamento.

In alternativa, i titolari di mutuo a tasso variabile possono ricorrere alla Legge 2012 tornata in vigore quest’anno che consente di rinegoziare il mutuo e passare al tasso fisso. Tale opzione riguarda, però, mutui fino a 200mila euro e Isee non superiore a 35mila euro.