Sabato 18 Gennaio 2025
CLAUDIA MARIN
Economia

Rapporto sul lavoro domestico: il sommerso sfiora il 50 per cento

Un settore costituito da 3,3 milioni di lavoratori ma solo 1,7 milioni sono regolarmente assunti

Buona parte del lavoro domestico è rappresentato da persone che assistono o aiutano gli anziani

Buona parte del lavoro domestico è rappresentato da persone che assistono o aiutano gli anziani

Roma, 18 gennaio 2025 – Il “nero“ o il sommerso torna a sfiorare il 50 per cento della platea nel lavoro domestico. E questo anche a fronte del calo degli occupati registrato dopo gli incrementi “fisiologici” registrati nel biennio 2020-2021: è possibile stimare che attualmente al settore facciano riferimento circa 3,3 milioni di lavoratori. Anche se, in controtendenza, crescono sia il ruolo delle figure professionali di riferimento sia l’esigenza di garantire un maggiore sostegno alle famiglie italiane nella gestione della cura e dell’assistenza.

Sono i tre aspetti principali che emergono dal sesto Rapporto annuale sul lavoro domestico a cura dell’Osservatorio DOMINA presentato a Roma.

Un alto tasso di irregolarità

Nonostante una diminuzione negli ultimi anni, conseguenza anche delle iniziative di informazione e sensibilizzazione condotte da istituzioni e parti sociali, il tasso di irregolarità nel lavoro domestico è storicamente molto elevato. Secondo i dati Istat, revisionati nel settembre 2024, nel 2022 il tasso di irregolarità medio in Italia si attesta al 9,7%, percentuale che sale al 47,1% nel caso del lavoro domestico. Complessivamente, tra lavoratori e datori di lavoro, il settore conta 1,7 milioni di persone censite dall’Inps. Applicando il tasso di irregolarità, il numero di persone coinvolte supera i 3,3 milioni.

L’identikit del lavoratore domestico

Nel 2023 i lavoratori domestici regolari assunti direttamente dalle famiglie sono 834 mila. Si tratta di un settore caratterizzato da una forte presenza femminile (88,6%) e straniera (69% del totale). Il settore rimane caratterizzato dalla presenza di lavoratori provenienti dall’Est Europa (35,7%). Il secondo gruppo più numeroso è però quello di cittadinanza italiana, che rappresenta il 31,1% del totale. In crescita i lavoratori provenienti dalla Georgia, Perù, El Salvador, mentre ad essere in calo sono quelli provenienti da Romania, Moldavia e Bangladesh.

In calo le famiglie datori di lavoro

Secondo i dati Inps, i datori di lavoro nel 2023 continuano a diminuire (917.929), registrando 60mila unità in meno rispetto all’anno precedente (-6,1%). Si tratta di un assestamento del dato dopo gli aumenti del 2020 e del 2021, riconducibili principalmente alle misure di contenimento della pandemia. Tra i datori di lavoro, oltre un terzo si concentra in Lombardia e nel Lazio. La componente femminile è mediamente del 58%, mentre quella straniera del 5% (3% Ue e 2% non Ue).

Spesa delle famiglie e indotto del lavoro domestico

Le famiglie spendono oggi 7,6 miliardi di euro per i lavoratori domestici regolari, a cui si aggiungono 5,4 miliardi per la componente irregolare. Si tratta quindi di una spesa complessiva di 13 miliardi, che genera allo Stato un risparmio di circa 6 miliardi (0,3% del Pil), ovvero l’importo di cui lo Stato dovrebbe farsi carico se gli anziani accuditi in casa venissero ricoverati in una struttura. A questo bisogna aggiungere l’impatto che la spesa delle famiglie ha da un punto di vista economico sulla produzione in Italia: i 13 miliardi “investiti” dalle famiglie per lavoratrici e lavoratori domestici vengono poi rimessi in circolo sul mercato, determinando uno stimolo alla produzione quantificabile nell’ordine di 253,8 milioni di nuove ore di lavoro e 21,9 miliardi di euro di valore della produzione generato (moltiplicatore 1,55).

Pil e care economy

Il lavoro domestico produce 15,8 miliardi di Valore Aggiunto pari al 1 punto percentuale di Pil generato. Ma se si considera l’intero settore della cura (care economy) il valore economico è quantificabile in 84,4 miliardi di euro, il 4,4% del Pil totale. Per dare l’idea della dimensione di questo settore, basti pensare che l’agricoltura produce 39,5 miliardi (2,1% del Pil) e che il settore della ristorazione (alberghi, bar e ristoranti) si attesta a 79,9 miliardi (4,2% del Pil).

Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario generale di DOMINA, “non solo grazie alle famiglie datoriali si riesce a sostenere il lavoro di cura, ma i 13 miliardi spesi dalle famiglie determinano uno stimolo alla produzione quantificabile in quasi 22 miliardi di euro. La mission di DOMINA non è solo quella di offrire alle famiglie assistenza e servizi, ma anche quella di contribuire alla consapevolezza della dignità del settore, perseguendo l’obiettivo del pieno riconoscimento del lavoro domestico e dei diritti di lavoratori e datori di lavoro“.