Roma, 6 dicembre 2024 – I giovani hanno una percezione positiva dell’Intelligenza artificiale, ma con attenzione. Il 62% pensa che avrà un’influenza positiva nella gestione dei trasporti e degli spostamenti, il 57% nella cura della salute mentre per il 39% avrà un’influenza negativa nelle relazioni interpersonali.
Sorpresa, paura e speranza sono le principali emozioni abbinate all’AI. Meno del 10% del campione però sostiene di averne una conoscenza approfondita. Il 70% dei giovani ritiene che le istituzioni nazionali dovrebbero muoversi sulla scia degli organismi internazionali per garantire un quadro normativo uniforme dell’AI nei diversi Paesi. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal XV Rapporto Civita, realizzato dall’Associazione Civita, realtà presieduta da Gianni Letta, con Simonetta Giordani segretario generale, presentato a Roma nel corso dell’appuntamento “Next Gen AI. Opportunità e lati oscuri dell’intelligenza artificiale nel mondo culturale e creativo”.
La ricerca “Presente e futuro dell’Intelligenza Artificiale Generativa secondo i giovani italiani” ha riguardato un campione rappresentativo di 1.500 giovani fra i 18 e i 34 anni. Ma vediamo i numeri nel dettaglio. Il 77% del campione afferma di conoscere il concetto generale di AI, sebbene la quota scenda al 50% quando si introduce il termine “Generativa”.
Nel complesso, la maggioranza dei ragazzi ha familiarità con gli strumenti basati sull’AI ma meno del 10% del campione sostiene di averne una conoscenza approfondita. Tra gli strumenti di GenAI più diffusi tra i giovani primeggia ChatGPT, con una quota pari a circa il 30% del campione che lo ha sperimentato almeno una volta. A fronte di una conoscenza sostanzialmente limitata della GenAI, oltre 6 giovani si 10 dichiarano di averne fatto uso in contesti diversi in almeno un’occasione.
L’utilizzo più frequente riguarda la generazione di testi, effettuata da oltre un terzo del campione. In contesti di “produttività”, circa il 26% dei giovani ha utilizzato strumenti di GenAI per effettuare attività di ricerca o di project management, con punte del 35% tra coloro che hanno un profilo medico-sanitario o tecnico-scientifico.
Rispetto all’impiego di queste tecnologie nelle attività domestiche o legate al divertimento, 7 rispondenti su 10 si rivelano bendisposti, mentre si riduce il livello di accoglienza dell’AI laddove si affrontano decisioni che possono esercitare un impatto importante sulla propria vita o sul futuro. Anche l’applicazione della GenAI nel campo culturale e creativo esprime un certo grado di accoglienza, seppur minore rispetto ai precedenti scenari. In particolare, è il comparto del gaming ad ottenere la percentuale più alta (oltre 6 su 10 sarebbero disposti a giocare a un videogioco generato da un’AI), mentre solo 3 su 10 acquisterebbero un’opera d’arte prodotta da un’IA.
Sul piano emotivo, la diffusione della GenAI suscita sentimenti contrastanti tra i giovani. Tra le emozioni positive prevalgono sorpresa, speranza e fiducia, mentre tra quelle negative emergono paura, rabbia e disgusto, anche se sono assai meno frequenti.
Interessante è la correlazione tra livello di conoscenza e sentimenti positivi: i giovani con una maggiore familiarità con queste tecnologie tendono a provare più speranza e fiducia rispetto a coloro che ne hanno una conoscenza superficiale. Poco meno di 7 giovani su 10 ritengono essenziale che l’Italia investa in ricerca e sviluppo per sfruttare efficacemente le opportunità offerte dall’AI.
“Come Associazione Civita crediamo che le Istituzioni culturali italiane debbano costruire partnership strategiche con imprese tecnologiche e altri attori qualificati per accrescere la conoscenza e favorire l’adozione di strumenti di AI. Queste collaborazioni, in un’ottica di open innovation, consentirebbero di integrare competenze tecnologiche e creare nuovi modelli operativi. – avvisa Simonetta Giordani, Segretario Generale Associazione Civita –. L’adozione di tecnologie di GenAI dovrebbe avvenire nel rispetto di principi etici e normativi condivisi. È fondamentale bilanciare le potenzialità creative di questi strumenti con il rispetto della creatività umana, promuovendo un uso sostenibile e inclusivo dell’innovazione tecnologica, senza compromettere l’unicità dell’espressione artistica”.