Con 619 mila imprese e 4.327 frantoi attivi, l’Italia rappresenta uno dei principali produttori di olio d’oliva a livello globale. E in uno scenario in cui i consumi di olio d’oliva nel mondo stanno crescendo, soprattutto al di fuori del mercato comunitario, questa eccellenza nostrana deve tornare protagonista. Per celebrare l’Italia dell’olio e dell’olivo, dopo 28 edizioni in convivenza con Vinitaly, da domenica 2 a martedì 4 marzo, Sol2Expo – Full Olive Experience, debutta da ‘solista’ a Veronafiere con diecimila metri quadrati di superficie espositiva.
Nella campagna 2024/2025 la produzione di olio d’oliva – rileva un’indagine realizzata dall’Osservatorio Nomisma-Sol2Expo presentata ieri al Masaf – si è attestata sulle 224 mila tonnellate, con un calo del 32% rispetto alla scorsa annata che conferma il trend negativo del decennio. Un trend imputabile soprattutto agli effetti negativi del cambiamento climatico: dal 2018 ad oggi la produzione di olio d’oliva è sempre stata al di sotto delle 370mila tonnellate. Sensibile l’aumento dei prezzi medi sui mercati esteri (passato da 5,08 euro/kg a 10,12 euro/kg in due anni) e anche in Italia.
"Non si può più ragionare in termini di prezzi bassi o alti, ma di prezzi giusti che vanno spiegati e raccontati. Dobbiamo creare la giusta aspettativa di mercato rispetto a un prodotto di eccellenza. La qualità – ha affermato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida – è ciò che caratterizza la nostra nazione: dobbiamo capire come continuare a valorizzare questa qualità per creare ricchezza e consentire al sistema di continuare a investire proprio su questo. Iniziative come quella di Sol2Expo contribuiscono a raccontare un grande prodotto, l’olio, dandogli valore. Più cresce il valore del prodotto e più ogni anello lungo la filiera ne beneficerà".
L’aspetto dei prezzi è cruciale: "Due anni fa – sottolinea il ministro – ci sono state grandi polemiche quando ho affermato che un’ottimo olio non si può pagare meno di 30 euro al litro: l’olio può avere una crescita del valore eccezionale con lo stesso percorso che hanno intrapreso i vini italiani nel tempo. Non è più un accessorio della tavola ma può diventare una centralità, a partire dal settore horeca".
Sul fronte export, grazie a una domanda stabile e all’aumento dei prezzi, nei primi dieci mesi del 2024 l’olio extravergine d’oliva italiano ha mostrato performance positive con gli Usa che, da soli, assorbono circa un terzo dell’olio EVO esportato. Un mercato sul quale rischia di abbattersi la scure trumpiana dei dazi. "La preoccupazione è relativa, il presidente Trump, anche in queste ore, ha dimostrato una certa dinamicità nell’approccio alle trattative – ha commentato Lollobrigida –. Sul mercato americano i dazi, specie se omogenei a quelli degli altri, possono portare forti criticità. Se invece fossero più bassi credo che sui nostri prodotti di eccellenza agroalimentare non produrrebbero effetti drammatici".