Lunedì 13 Gennaio 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Quotazioni delle materie prime, continua la corsa del gas. Primi cali per latte e burro

L’inverno, gli scenari di crisi internazionali, lo stop all’accordo sul transito in Ucraina del gas russo diretto verso alcuni stati europei hanno fatto salire il costo del metano

Roma, 13 gennaio 2025 – Il nuovo anno è iniziato all’insegna dei timori per una nuova crisi energetica, dopo quella che ha interessato l’Italia e gli altri Paesi europei nel 2022, all’indomani dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina.

Il gas sale a 46,75 euro, con sanzioni Usa alla Russia
Ad Amsterdam in apertura le quotazioni sono in rialzo del 4%

Le associazioni dei consumatori e diverse sigle di categoria si sono già mobilitate per chiedere al governo misure urgenti a supporto delle imprese e, più in generale, delle frange più vulnerabili della popolazione. Proprio al gas naturale – e ad alcune materie prime dell’agroalimentare da mesi nell’occhio del ciclone, come burro e caffè – è dedicato il bollettino Aretè di questa settimana. Aretè, lo ricordiamo, è una società indipendente specializzata in servizi di analisi e previsione sui mercati delle materie prime agrifood.

La corsa del gas naturale

I prezzi del Ttf (acronimo di Title Transfer Facility, il mercato di riferimento europeo per il gas naturale, con sede ad Amsterdam) hanno consolidato, nello scorso mese di dicembre, il trend inflattivo già in corso da inizio 2024, segnando un +1,2% rispetto a novembre 2024 e, addirittura, un +75% da febbraio 2024. A inizio 2025 sono stati superati – per la prima volta da ottobre 2023 – i 50 euro/megawattora, rispetto a quotazioni di inizio 2024 pari a circa 30 euro/MWh. La ripartenza invernale della domanda, in un contesto geopolitico di grande incertezza sui livelli di offerta, si conferma il principale fattore rialzista.

Oggi il gas ha aperto a 46,75 euro (in risalita rispetto alla leggera flessione avuta nei giorni scorsi) anche in considerazione delle sanzioni Usa alla Russia.

La domanda di gas in Unione europea risulta sostenuta, però, non solo dalla stagionalità, ma anche da una produzione di energia eolica inferiore alla media e dagli stimoli alle produzioni industriali, apportati dalle politiche monetarie meno restrittive della Banca centrale europea. La domanda implicita Ue di gas ha toccato, a dicembre 2024, quota 425.647 Gwh: +14% rispetto a novembre 2024 e +9% rispetto a dicembre 2023. Quanto all’offerta, oltre alle tensioni in Medio Oriente, pesa soprattutto la scadenza di fine 2024 dell’accordo di transito in Ucraina del gas russo destinato ad Austria, Ungheria e Slovacchia. I flussi di gas dalla Russia all’Ue, a dicembre 2024, risultavano inferiori di oltre il 70% rispetto al periodo pre-guerra, ma rappresentavano ancora circa l’8% dei flussi totali.

Timidi ribassi per latte e burro

Dopo i rialzi record nel 2024 - con aumenti di circa il 50% a oltre 8,5 euro/kg – i prezzi del burro in Ue stanno attraversando una prima congiuntura ribassista. Da inizio dicembre, infatti, le quotazioni a Kempten, piazza di riferimento per il mercato europeo, hanno segnato un -9%, raggiungendo i minimi da agosto 2024. Le analisi Areté mostrano come l’aumento della remuneratività del mix burro e polvere abbia stimolato le produzioni Ue, in una fase di rallentamento stagionale della domanda: ciò ha comportato, dunque, l’inversione del trend inflattivo. A pesare è anche il calo del prezzo stagionale del latte crudo cosiddetto ‘spot’: quello tedesco, quotato a Milano da inizio dicembre, ha segnato un importante -19%.

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Quotazioni alle stelle per il caffè

L’analisi di Areté evidenzia come i prezzi del caffè continuino a registrare incrementi. Sul mercato The Ice (acronimo di International exchange, uno dei mercati di riferimento per il trading delle materie prime) i prezzi hanno segnato, a dicembre 2024, un +7% e un +11%, rispettivamente per la varietà ‘arabica’ e per la ‘robusta’. Rispetto a dicembre 2023, arabica e robusta raggiungono, rispettivamente, un +67% e un +79%, con un’inflazione che perdura, ormai, da più di tre campagne. Nell’ultimo rapporto del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, dal titolo “Coffee: world markets and trade”, si conferma come il mercato del caffè abbia registrato, a livello globale, il quarto deficit consecutivo nella campagna 24/25. Tale deficit comporterebbe un’ulteriore erosione delle scorte, che risulterebbero, attualmente, ai livelli più bassi dalla campagna 1999/2000.