Roma 17 gennaio 2025 – Il cacao, si sa, è reduce da un anno di quotazioni record sui mercati internazionali e, guardando ancor più lontano, da un triennio in cui le sue quotazioni sono addirittura quintuplicate. Fa notizia, dunque, la presenza di un primo segnale di debolezza della domanda: quest’ultima non aveva dato, finora, alcun cenno di cedimento, nonostante la corsa inarrestabile dei prezzi. L’andamento del mercato del cacao è uno dei focus del bollettino settimanale di Areté, società indipendente di analisi e previsione sui mercati delle materie prime agrifood.
Fava di cacao: domanda in flessione, prezzi alle stelle
Le analisi Areté mostrano come la domanda di fava di cacao stia mostrando i primi segnali di debolezza. Lo confermano i recenti dati – relativi al quarto trimestre 2024 – sui volumi di fava di cacao trasformati nelle principali aree di consumo:
- Europa, 331.853 tonnellate, -5,4% rispetto allo stesso periodo del 2023 (-6,3% rispetto al terzo quadrimestre 2024). Si tratta del livello più basso per il quarto trimestre dalla campagna 2014/15
- Nord America, 102.761 tonnellate, -1,2% rispetto al quarto trimestre 2023 (-6% rispetto al terzo trimestre 2024)
- Asia, 210.111 tonnellate, -0,5% rispetto al quarto trimestre 2023 (-3,2% rispetto al terzo trimestre 2024). Si tratta del livello più basso per il quarto trimestre dalla campagna 2018/19.
Complessivamente, le tonnellate di volumi lavorati ammontano a 644.725: -3,2% rispetto al quarto trimestre 2023 (-5,3% rispetto al terzo trimestre 2024). È il livello più basso per il quarto trimestre dalla campagna 2016/17. Nel giorno della pubblicazione dei numeri relativi a Europa e Asia, il prezzo della fava di cacao quotata a Londra è crollato, segnando un -2,5% (8.529 sterline/tonnellata). Tuttavia, i prezzi si confermano elevati: +141% rispetto a gennaio 2024, in un contesto di stock estremamente limitato e di forte incertezza sull’offerta relativa all’annata 2024/25.
Mais: previsioni di raccolto peggiorate, i prezzi volano
Dal raccolto a oggi, i prezzi globali del mais sono risultati in crescita: +9,5% sul mercato di Chicago (Usa) e +1,5% su Euronext su base media mensile, tra settembre e dicembre. Le analisi di Areté mostrano come l’incremento stia proseguendo nelle prime settimane di gennaio (+6% e +3%, rispettivamente, nel confronto con dicembre 2024) a seguito della revisione a ribasso della stima del raccolto statunitense 2024/25. La revisione è a cura del dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, primo produttore ed esportatore a livello mondiale. La produzione è ora prevista a 378 Mio t (milioni di tonnellate): -3% rispetto alla scorsa campagna e -7 milioni di tonnellate rispetto alla stima precedente. Il mercato statunitense – evidenzia ancora Areté - è previsto, dunque, in deficit, con stock finali stimati in calo del -13% rispetto al 2023/24. Nel frattempo, la domanda rimane sostenuta, come testimoniato dalle esportazioni cumulate (al 9 gennaio, +25% rispetto allo scorso anno). I rialzi si sono trasmessi anche sui prezzi nazionali che, nelle prime settimane di gennaio, sono aumentati mediamente del 4,3% rispetto a dicembre (listino di Bologna).
Riso: crescono le superfici di coltivazione, cala la produzione
Ente Risi ha pubblicato i primi bilanci di collocamento dell’Italia per la campagna 2024/25. Nonostante un aumento delle aree dedicate alla coltivazione rispetto al 2023/24, pari a circa l’8%, la produzione di riso è prevista in incremento solo del 3% (con addirittura un calo della produzione per la varietà ‘Lungo B’ del 12%). La causa delle rese inferiori è stata individuata, come spesso accade, negli eventi meteo sfavorevoli.