Domenica 17 Novembre 2024
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Quanto spendono gli italiani in farmaci: nuovo record nel 2023

Tutti i dati del rapporto Osmed: torna a crescere il consumo di antibiotici: nel 2023 quasi 4 persone su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione

Farmaci, foto generica. Nel 2023 gli italiani hanno speso oltre 36 miliardi per acquistare medicinali

Farmaci, foto generica. Nel 2023 gli italiani hanno speso oltre 36 miliardi per acquistare medicinali

Roma, 17 novembre 2024 – L’arrivo sul mercato di nuove classi di farmaci, l’imperitura e dannosa convinzione di essere tutti "medici", il fai da te raffazzonato su motori di ricerca per dare un nome ai propri malesseri, sono tutte concause del nuovo record di spesa degli italiani, che in tema di farmaci hanno sfondato nel 2023 il muro dei 36 miliardi di euro, a volte acquistando medicine inutili o dannose. Il peggiore dei mali è comunque rappresentato dal consumo non prescritto di antibiotici, che possono generare la farmaco-resistenza, causa crescente di vittime in tutta Europa.

Il Rapporto Osmed 2023

In Italia ogni giorno sono state consumate complessivamente 1.899 dosi di medicinali ogni 1000 abitanti, il 69,7% delle quali erogate a carico del Ssn e il restante 30,3% acquistate direttamente dal cittadino. Per quanto riguarda l’assistenza territoriale pubblica e privata, si legge nel rapporto dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali, sono state erogate confezioni di farmaci per quasi 2 miliardi, con un andamento stabile rispetto all’anno precedente. I farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano al primo posto per consumi (513,9 dosi giornaliere per 1000 abitanti); al secondo posto si collocano i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo (298,6 dosi giornaliere per 1000 abitanti). La spesa pro capite Ssn è stata pari a 56,4 euro, in aumento del +2,2% rispetto all’anno precedente. I farmaci del sangue e organi emopoietici si sono collocati al terzo posto in termini di consumi (144,5 dosi giornaliere per 1000 abitanti). Riguardo agli antidiabetici l’aumento di spesa del 7,6%, più alto della media degli ultimi 10 anni è legato sia a un aumento dei consumi (del 4,5%) che del costo medio per dose.

Torna a crescere la spesa per gli antibiotici

La diffusione dei batteri resistenti agli antimicrobici è indicata dall’Oms come una delle grandi emergenze sanitarie che nel 2050 potrebbe provocare oltre 39 milioni di morti nel mondo. Un problema che riguarda da vicino l’Italia, che ha la maggiore resistenza riscontrata in Europa (con 200mila pazienti l’anno colpiti da batteri resistenti), che causa 11mila vittime. Per questo desta preoccupazione la ripresa, a partire dal 2022, del consumo di antibiotici nel nostro Paese, aumentato del 6,4% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno quasi 4 persone su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico, con livelli più elevati al Sud, dove il 44,8% della popolazione ne ha assunto almeno uno in corso d’anno, contro il 30,9% del Nord e il 39,9% del Sud. Il consumo medio nel 2023 è stato pari a 17,2 dosi giornaliere per 1000 abitanti, con un consumo che è però di 14,5 dosi a Nord, 20,3 al Sud, 18,2 al Centro. Ancora più marcate le differenze se si vanno ad osservare i dati delle singole Regioni dove si va dalle 11,1 dosi di Bolzano alle 22,4 dosi dell’Abruzzo, alle 21,7 della Campania e le 21,5 della Basilicata. Anche il consumo di antidiabetici è più alto al Sud (83,4 dosi giornaliere ogni 1000 abitanti contro le 64,5 del Nord e le 67,9 del Centro). Differenze dovute a una maggiore prevalenza d’uso, che è del 7,7% della popolazione meridionale contro il 6,5% della media nazionale.

Generici, Italia terz’ultima in Europa

I generici erano il 9% nel 2011, sono saliti al 22,8% in termini di spesa, al 31,2% in termini di consumi. Il trend di crescita negli ultimi 5 anni è tuttavia limitato (3 punti percentuali) e il consumo di generici in Italia resta basso, soprattutto se confrontato a quello di altri Paesi europei. Secondo i dati Iqvia, l’Italia è infatti ancora terz’ultima in Europa, con i medicinali ex-originator che occupano ancora il 44,3% del mercato dei farmaci a brevetto scaduto. La media Ue relativa al consumo di generici è invece del 51%, con Paesi come la Gran Bretagna che sono al 60%. In Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata il ricorso agli equivalenti oscilla infatti tra il 19 e il 21%, mentre a Trento e in Lombardia i valori sono rispettivamente del 44 e 43%.