Roma, 24 ottobre 2024 – Alla mezzanotte del 3 giugno 1916, per la prima volta in Italia si spostò la lancetta in avanti, all’1 del 4 giugno, per sfruttare la luce solare e risparmiare fra i 100 e i 150 milioni di lire all’anno di carbone per le illuminazioni. Veniva così adottata per la prima volta l’ora legale, arrivata sino ad oggi fra interruzioni lunghe anche venti anni, scioperi, contrasti e riforme. Occhio a insonnia e alterazioni del ritmo circadiano Alle 3 di domenica mattina, 27 ottobre, occorrerà spostare indietro le lancette di un’ora, per la gioia dei dormiglioni. Tale operazione ridurrà le ore di luce diurna a disposizione, con l’arrivo del buio che dunque verrà prima. Ci saranno non poche ripercussioni anche sull’umore, e alterazioni del ritmo circadiano, che causeranno a molti italiani difficoltà nel prendere sonno e nell’abituarsi al nuovo orario, per almeno un po’ di giorni. Per una buona igiene del sonno, i consigli degli esperti sono quelli di non utilizzare dispositivi elettronici per almeno 2 ore prima di andare a dormire, e di terminare la cena non meno di 3 ore prima del sonno.
Quanto si risparmia con il cambio dell’ora solare L’ora legale tornerà l’ultima domenica di marzo, il 31 marzo 2025. Quel giorno, le lancette saranno spostate di un’ora in avanti, così da impattare meno sui consumi energetici, sfruttando le giornate che inizieranno gradualmente ad allungarsi e a regalarci più ore di sole. Ma questo passaggio semestrale è da tempo oggetto di dibattiti e polemiche, considerando i risparmi che si potrebbero ottenere dall’uso perenne dell’ora legale, come dimostrano vari studi.
I dati elaborati da Sima, la Società Italiana di Medicina Ambientale, ad esempio, stimano ben 180 milioni di euro l’anno di risparmio. Anche Terna ha stimato, per il periodo dal 2004 al 2023, un risparmio di 11,7 miliardi di KwH, pari a 2,2 miliardi di euro di costi di energia elettrica evitati. Tutti questi dati creano ogni anno dibattiti sulla possibilità di mantenere l’ora legale, cosa che nel 2018 il Parlamento Europeo recepì, approvando una risoluzione grazie alla quale molti Paesi membri ottennero di non dover passare due volte all’anno dall’ora legale all’ora solare. La proposta della Sima La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Consumerismo No Profit, lo scorso anno raccolsero oltre 250mila firme, per proporre al Governo Meloni di prolungare l’ora solare di un mese, a titolo sperimentale. Al di là del risparmio economico, questa iniziativa poneva l’attenzione anche sulla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, pari a 200mila tonnellate necessarie per produrre l’energia elettrica con la quale illuminare per un’ora in più le nostre città. Ad oggi questo progetto non si è concretizzato, ma resta in essere un dibattito per arrivare a uniformare l’adozione di un orario unico nei vari Paesi membri dell’Unione Europea.