Martedì 24 Dicembre 2024
GIORGIA DE CUPERTINIS
Economia

Quanto guadagna un notaio e cosa rischia quando sbaglia un atto

È una delle figure con il reddito medio tra i più elevati in Italia. Ma il percorso per accedere alla professione è tutt’altro che semplice

Notaio, foto generica

È un pubblico ufficiale che svolge il ruolo di garante della validità giuridica degli atti e di procedere all’autenticazione del loro contenuto. Nonché una delle professioni più ambite nel nostro Paese. Stiamo parlando del notaio, una figura professionale da sempre associata a guadagni molto elevati e che difficilmente conosce crisi: ancora oggi, infatti, questo ruolo viene definito uno dei più prestigiosi e uno di quelli meglio retribuiti In Italia, seppur non sia privo, allo stesso tempo, di grandi e importanti responsabilità.

Sommario

Le stime sullo stipendio

Proprio per questo, non è insolito che qualcuno si chieda quanto guadagni un notaio nel nostro Paese: secondo le stime, questa figura professionale non guadagna mai meno di 60 mila euro annui, mentre lo stipendio medio di un notaio ammonta a circa 200 mila euro annui, rendendolo per l’appunto una delle figure professionali che guadagna di più in Italia.

Molto dipenderà comunque da diversi fattori, come l’andamento dei mercati, il numero di clienti, ubicazione dello studio professionale e molto altro ancora.

Ogni notaio può calcolare il proprio onorario basandosi su parametri come la complessità dell’atto, la responsabilità connessa e il valore dell’operazione.

Il percorso

Insomma, parliamo di una professione ‘d’oro’, ma che per essere realizzata richiede certamente non pochi sacrifici: anche il percorso per diventare notaio, infatti, non è semplice. Dopo la prima tappa, cioè la laurea in giurisprudenza, è necessaria la pratica in uno studio notarile per diciotto mesi (con la possibilità di anticipare 6 mesi già nell'ultimo anno di università) e il concorso pubblico gestito dal Ministero della Giustizia. Quest'ultimo viene emesso ogni anno, anche se il numero di posti disponibili è molto ristretto rispetto alle domande di partecipazione.

Di grande importanza, inoltre, è anche le responsabilità con cui un notaio ha e avrà a che fare nel corso della sua carriera lavorativa: il suo compito è infatti quello di annotare nei pubblici registri vicende che hanno un certo peso nella nostra vita quotidiana, come la compravendita di beni immobili, mobili, la registrazione di testamenti, la creazione di società e tutto quello che ha a che fare con il patrimonio.

I rischi della professione

Da tante responsabilità derivano però anche tanti rischi. Quando si parla di un atto notarile sbagliato, infatti, c’è la necessità di correggerlo. Come? Con le spese necessarie alla rimodulazione che andranno considerate a carico di chi ha permesso all’errore di manifestarsi, ovvero al notaio o ai clienti.

In questo senso, se l’errore è stato generato dal professionista, sarà proprio il notaio a farsi carico delle spese di rettifica. Altrimenti, nel secondo caso, se l’errore nell’atto notarile è stato causato dal cliente, sarà invece quest’ultimo che dovrà provvedere ai costi necessari per la correzione. Nel primo caso, le responsabilità e i rischi che ricadono sul notaio nell’esercizio delle proprie funzioni possono essere di diverso tipo. Innanzitutto, di carattere civile se, a causa dell’inadempimento dei doveri che derivano dalla professione svolta, le parti subiscono dei danni. Il notaio inoltre risponde anche per il fatto dei propri ausiliari, cioè per l’operato dei propri dipendenti, collaboratori dello studio, colleghi che cooperano con lui.

Passando poi alle responsabilità deontologica, sono rilevanti i rischi in cui incorre un notaio che viene meno alle norme di comportamento previste dalla sua categoria di appartenenza. Le conseguenze per il professionista in questo caso sono il pagamento di ammende di carattere pecuniario, la sospensione dall’esercizio della professione o, negli scenari più gravi, la destituzione. Infine, le responsabilità penali, nel momento in cui un notaio commette azioni interpretabili dalla legge come un reato. Proprio come quello di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Anche per questo infatti, data la delicatezza degli interessi messi sotto la lente di ingrandimento, l’attività dei professionisti che li redigono è spesso soggetta a controlli da parte di vari soggetti, tra cui anche lo Stato italiano.