Mercoledì 12 Febbraio 2025
GIORGIA DE CUPERTINIS
Economia

Quanto guadagna un giudice? Ecco lo stipendio di un magistrato

La paga è mediamente quattro volte superiore a un lavoratore del mondo della scuola e il doppio di un professore universitario

Giudice e avvocato in un aula di un palazzo di giustizia

“Quanto guadagna un giudice?”. A molti sarà capitato di farsi questa domanda, interrogandosi sui compensi di una figura centrale del sistema giudiziario italiano.

Come noto, un giudice può lavorare in diverse aree della giustizia, come il diritto penale, il diritto civile, il diritto del lavoro e il diritto commerciale.

Aree, queste, che richiedono competenze e conoscenze specialistiche differenti, per garantire che i giudici possano così prendere decisioni informate e giuste. Diversi fattori, però, possono variare anche il livello dei compensi.

E anche per questo, rispondere alla domanda iniziale richiede calcoli diversi a seconda delle principali differenze: in un discorso più generale, secondo l'ultimo rapporto Aran, in media lo stipendio lordo di un giudice in Italia è pari a circa 138.000 euro all’anno (per l’esattezza 137.697).

Il dato, però, è ricavato da una media che include ogni tipologia di magistrato, ma come già precedentemente sottolineato, i diversi ambiti di giustizia, il livello di anzianità raggiunta dal singolo giudice e il valore delle indennità percepite influiscono in modo significativo sullo stipendio finale.

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Le differenze individuali sono quindi notevoli, anche se in media, lo stipendio di un magistrato, risulta quindi molto più del quadruplo di quello di un lavoratore del mondo della scuola e più del doppio di quello di un professore universitario.

Nel dettaglio, la media riguardante i 137.697 euro annuali che magistrati e giudici percepiscono sono in realtà la somma di voci diverse, come del resto accade anche per altre tipologie di dipendenti pubblici e privati. Ci sono 74.417 euro che rappresentano la base ai quali si aggiunge quella che è definita “indennità integrativa speciale”. A questa cifra si aggiungono, quindi, 46.395 che comprendono la Ria, ovvero la Retribuzione Individuale di Anzianità, la tredicesima, l’indennità di vacanza contrattuale e l’elemento perequativo.

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Si tratta complessivamente delle “voci stipendiali”. Così come non mancano le voci accessorie, (in media 16.885 euro): parliamo quindi, in questo caso, di elementi aggiuntivi e variabili di ogni tipo che dipendono per esempio dalla presenza di prestazioni lavorative differenti da quelle standard, come incarichi speciali. O, altrimenti, servono a compensare trasferimenti in altre sedi, magari disagiate, o ore di lavoro straordinario.