Sabato 27 Luglio 2024
LUCA RAVAGLIA
Economia

Quanto costa un figlio? Superati i 500 euro al mese. E le famiglie si indebitano

Secondo l’indagine condotta da Findomestic le famiglie hanno osservato rincari del 15 per cento nelle spese per i figli rispetto lo scorso autunno

Roma, 20 ottobre 2023 – Mentre il Governo è al lavoro su nuove misure a sostegno delle famiglie, prima di tutto attraverso il potenziamento dell’assegno unico, in base ai riscontri dell’osservatorio di Findomestic (Gruppo Bnp Paribas), in questo periodo i genitori italiani percepirebbero un aumento del 15% in relazione alle spese per i figli rispetto all’autunno dello scorso anno. Il rincaro ha portato a spendere circa 500 euro al mese per ognuno dei bimbi – o ragazzi – che condividono lo stesso tetto con mamma e papà.

Aumentano le spese per i figli
Aumentano le spese per i figli

I settori più colpiti

Secondo l’indagine di Findomestic, realizzata in collaborazione con Eumetra e Research Dogma tra il 29 settembre e il 3 ottobre, a incidente maggiormente sono i costi legati all’abbigliamento, alle spese scolastiche e agli alimentari. Seguono viaggi, trasporti e salute. Ma sentirsi chiamare ‘mamma’ o ‘babbo’ non ha prezzo: solo il 14% in effetti dichiara di tagliare le spese non strettamente necessarie dedicate ai figli, mentre il 36% rinvia altri acquisti per la famiglia e il 32% rinuncia ad altre spese.

Famiglie poco numerose

Il problema legato alla scarsa propensione alla genitorialità, sempre più marcato nel nostro Paese, in effetti partirebbe proprio da qui: le motivazioni di natura economica incidono fortemente sulla scelta di far nascere un bimbo. Tra chi non è genitore oggi, 4 persone su 10 dichiarano di non avere intenzione di diventarlo nemmeno in futuro. D’altra parte, sia chi ha figli, sia chi non li ha, è d’accordo sulla necessità di maggiori sostegni economici da parte dello Stato per sostenere la natalità (53%), mentre per chi non è ancora genitore, anche la stabilità lavorativa (55%) o il sostegno nelle spese per asilo o baby-sitter (51%) rappresentano elementi chiave per pensare a una culla da aggiungere in casa. “L’inflazione – commenta Gilles Zeitoun, amministratore delegato e direttore generale Findomestic – rappresenta costantemente da un anno a questa parte la preoccupazione principale degli italiani, seguita dal calo del potere d’acquisto della propria famiglia. Le rilevazioni dell’osservatorio Findomestic evidenziano come anche nel corso del 2023, nonostante il rallentamento dell’inflazione, 8 su 10 continuino ad avvertire rincari più o meno consistenti e per il 64% i prezzi continueranno a salire. Elementi che contribuiscono a frenare la propensione al consumo e contestualmente ad aumentare la fetta di chi guarda al futuro con pessimismo (59% dal 50% di giugno)”.

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Maggiore attenzione al risparmio

Come aspetto strettamente collegato, le intenzioni d’acquisto in relazione ai prossimi 3 mesi rilevate alla fine di settembre risultano nuovamente in calo dell’8% dopo la risalita di fine agosto (+6,1%). Da inizio 2023, l’andamento è sempre stato altalenante con 4 mesi in negativo e 5 in positivo, raggiungendo il suo picco a marzo. Il dato negativo di ottobre è determinato prima di tutto dalle ristrutturazioni (-21%) che risentono dello stop al superbonus e dal mercato delle auto usate (-8,3%) che però nei primi 9 mesi aveva mostrato particolare vivacità. Di nuovo in calo anche la propensione all’acquisto di tecnologia, un mercato in fisiologico rallentamento dopo anni molto positivi per le vendite: male le intenzioni d’acquisto di fotocamere (-16,1%), computer (-7,9%) e smartphone (-7,4%), mentre tablet e televisioni rimangono in linea con il mese precedente. L’avvicinarsi dell’inverno penalizza anche le ‘due ruote’ (motoveicoli -8,3% ed e-bike -4%) e non invoglia ad acquistare attrezzature sportive (-8%) e per il fai da te (-6,3%).

Settori in controtendenza

Al contrario, i monopattini elettrici guadagnano l’8,1%. La flessione delle intenzioni d’acquisto è limitata per le auto nuove (-2,1%), mentre tornano in territorio positivo i viaggi (0,6%) in vista delle prossime vacanze natalizie. L’incombere della stagione fredda spinge in positivo anche la volontà di acquistare pompe di calore (+12,2%), caldaie a biomassa o condensazione (8,5%) e impianti di isolamento termico (+5,3%). E’ in crescita per il secondo mese consecutivo pure l’intenzione di acquistare mobili (+1,3%), anche se la percentuale degli interessati è di quasi 6 punti inferiore rispetto a quella raggiunta a marzo. Bene infine i piccoli elettrodomestici (+6%) mentre i grandi cedono l’1%.

Risale il credito al consumo

Come si sostengono le spese in un periodo di ridotto potere d’acquisto? Oltre 3 italiani su 10 (31%) prendono in considerazione di acquistare nei prossimi 3 mesi un bene a rate, in risalita di 6 punti percentuali rispetto a quanto rilevato alla fine del luglio scorso. Tra questi, la maggioranza (42%) predilige il finanziamento diretto sul punto vendita.