Domenica 24 Novembre 2024
FABIO LOMBARDI
Economia

Il conto corrente costa 104 euro all’anno. Quanto si risparmia con il conto online e postale? Cosa conviene fare

Bankitalia ha reso note le spese media di gestione di un conto corrente in Italia. L’aumento è di 9,3 euro in un anno

Roma, 22 gennaio 2024 – Quanto costa un conto corrente? Conviene tenerci si soldi? Fra spese del conto e inflazione quanto si perde o si guadagna? Proviamo a fare un po’ di ordine alla luce dei dati diffusi oggi dalla Banca d’Italia sulle spese legate alla gestione del conto corrente.

Quanto costa il conto corrente
Quanto costa il conto corrente

Quanto costa un conto corrente

Innanzitutto cominciamo col dire che i dati sono riferiti al 2022 anno nel quale, spiega Bakitalia “la spesa per la gestione di un conto corrente è cresciuta di 9,3 euro rispetto al 2021, raggiungendo l'importo di 104 euro.

La variazione della spesa è legata alla crescita sia delle spese fisse sia di quelle variabili, che hanno contribuito rispettivamente agli aumenti per:

  • il 63,4% è dovuto alle spese fisse
  • il 36,6% legato alle spese variabili

Si risparmia col conto online

È quanto emerge dall'indagine di Bankitalia sul costo dei conti correnti in cui si precisa che la crescita della spesa per i conti online è stata molto meno pronunciata, pari a 0,7 euro raggiungendo l'importo di 33,7 euro.

Il conto postale

Bankitalia ha esaminato anche il costo medio di un conto postale. La spesa di gestione dei conti postali è passata invece da 58 a 59,6 euro fra il 2021 e il 2022.

Le spese principali per il conto

Secondo l'indagine, l'apporto più significativo all'aumento dei costi di gestione è attribuibile alle spese fisse e in particolare ai canoni; le spese variabili, invece, sono cresciute sia per effetto della maggiore operatività della clientela sia per l'aumento dei costi delle operazioni.

La commissione per la messa a disposizione dei fondi (Mdf) applicata nei contratti di apertura di credito in conto corrente è rimasta invariata all'1,7 per cento del credito accordato; la commissione unitaria di istruttoria veloce (CIV), applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto corrente, è lievemente diminuita da 16,9 a 16,4 euro.

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Settimo rincaro consecutivo

Il rincaro per gestione dei conti correnti registrato nel 2022 è il settimo consecutivo. Dal 2011 al 2022 la variazione delle spese fisse ha contribuito in modo quasi sempre preponderante alla dinamica delle spese di gestione, sia nel corso delle fasi espansive sia in quelle di contrazione della spesa; in particolare, prendendo in esame la fase espansiva, iniziata nel 2016 e tuttora in corso, la somma degli incrementi di spesa succedutisi ammonta a 27,5 euro, dei quali 21,1 riconducibili alle spese fisse.

Conti meno costosi per giovani e pensionati

La spesa di gestione mostra un'ampia variabilità tra i raggruppamenti della clientela: è meno elevata per i clienti con un profilo di operatività semplificato:

  • giovani
  • famiglie
  • pensionati a bassa operatività

Il costo è invece maggiore per i profili di consumo più sofisticati. A incidere è soprattutto la diversa composizione del paniere di servizi bancari utilizzati, piuttosto che il differente profilo tariffario tra i raggruppamenti di clienti: i divari di spesa, infatti, si attenuano considerevolmente, una volta che si tenga conto della composizione dei servizi fruiti.

Scendono i tassi sugli sconfini

L'ammontare dello sconfinamento massimo e la frequenza degli sconfinamenti onerosi sono rimasti sostanzialmente stabili; la durata degli sconfinamenti si è ridotta di 16 giorni; i tassi applicati sugli sconfinamenti e gli scoperti di conto sono diminuiti dal 10,4 al 9,2 per cento. I tassi applicati sugli affidamenti sono diminuiti dal 7,2 al 5,2 per cento.

Giacenza media

Il 78,7 per cento dei clienti, che non ha registrato scoperti di conto o sconfinamenti nel corso del 2022, ha detenuto una giacenza media di 7.665 euro (93 euro in più rispetto all'anno precedente)

Interessi sul conto

Quali sono i tassi medi sui conti correnti? Il tasso di remunerazione è stato pari allo 0,2 per cento (0,3 nel 2021).

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Conviene tenere i soldi sul conto?

Diciamo subito che non c’è una risposta unica. Il costo medio è infatti di 104 euro ma ci sono differenze fra banca e banca (e dipende anche da quanti soldi si anno sul conto) e a secondo del profilo dell’utente e delle operazioni effettuate e dei servizi richiesti. Negli ultimi anni a rendere poco conveniente tenere i soldi sul conto corrente sono stati, più che i costi, gli interessi più bassi rispetto all’inflazione con una conseguente perdita di potere d’acquisto per i soldi tenuti bloccati sul conto.

Una simulazione

Prendendo un conto con 10.000 euro nel 2022 applicando un interesse dello 0,3, i soldi frutteranno in un anno 30 euro. Poco se si pensa che il costo medio è di 104 euro senza contare, come detto, la perdita di  potere d’acquisto legata all’inflazione.

La denuncia del Codacons

La spesa per la gestione di un conto corrente è cresciuta in 5 anni del +31%, a fronte di una inflazione, nello stesso periodo, del +11,6%. Lo denuncia oggi il Codacons, commentando l'indagine di Bankitalia. Nel 2022 la spesa per il conto corrente è cresciuta in media di 9,3 euro su anno, raggiungendo l'importo di 104 euro – spiega l'associazione –. Nel 2017, secondo i dati della stessa Bankitalia, la spesa di gestione di un conto si attestava a 79,4 euro: questo significa che in 5 anni i costi in capo ai correntisti sono saliti in media del +31%, con la spesa cresciuta in totale di +24,6 euro. Le spese fisse passano dai 52,8 euro del 2017 ai 72,8 euro del 2022, con un incremento del +37,9%, mentre quelle variabili salgono da una media di 26,6 euro di cinque anni fa a 31 euro (+16,5%). "Un incremento delle tariffe ben superiore al tasso di inflazione registrato nel medesimo periodo, e che si ferma al +11,6%", conclude il Codacons.