Fortunatamente, a disposizione dei soggetti costretti a vivere in ristrettezze ci possono essere i cosiddetti beni rifugio, uno strumento molto utile per affrontare problematiche economiche inattese. Ecco quali sono e come sfruttarli.
Cosa sono i beni rifugio
Questi strumenti si possono rivelare preziosissimi a fronte delle fluttuazioni del mercato, in quanto il loro valore non sarà mai influenzato da esse. In determinati periodi, alcuni investitori tendono infatti a concentrare le loro risorse economiche in determinati settori, generando così rendimenti che rendono più instabili altri tipi di asset finanziari. Anche in caso di recessione, inflazione alta (come quella vissuta a livello mondiale a partire dallo scoppio della guerra in Ucraina) e in generale di turbolenze economiche, i beni rifugio vanteranno comunque un valore destinato a durare senza particolari sconvolgimenti, poiché intrinseco al bene stesso.
Gli esempi
In generale sono considerati come beni rifugio i metalli preziosi: è il caso dell’argento, dell’oro e di tutte le materie prime. Lo sono anche i titoli di Stato, anche se non tutti: quelli più affidabili sono certamente il Bund della Germania e il Treasury degli Stati Uniti, entrambi Paesi che difficilmente avranno problemi a rimborsare i loro debiti; per lo stesso principio, può essere considerato un ottimo bene rifugio anche la valuta di un Paese affidabile (ne sono un esempio il franco svizzero, lo stesso dollaro e lo yen giapponese). C’è inoltre la possibilità di affidarsi agli immobili, ma anche alle opere d’arte e ai gioielli di pregio, seppure in questi casi per trarne il maggior beneficio sia consigliabile consultare un esperto del settore
I possibili rischi
Si è visto come la presenza di un bene rifugio possa rivelarsi molto utile in casi di particolare difficoltà. Utilizzando un gioco di parole quanto mai azzeccato, non è però tutto oro quel che luccica. L’altro lato della medaglia è da riferirsi al loro rendimento, che non risulta mai essere particolarmente pregevole soprattutto in uno scenario di fuga verso la qualità, ovvero quando c’è un aumento spropositato della domanda che abbassa i tassi di interesse dei titoli di nuova emissione.
Il tema dell’oro
Quando si pensa a simili strumenti il primo pensiero di norma va immediatamente all’oro, considerato da molti come una “commodity” per eccellenza. Ma qual è la verità e quali gli scenari attuali? Non c’è dubbio che la crisi in Ucraina scoppiata a febbraio del 2022 abbia spinto molti investitori a puntare sul metallo prezioso, che ha a sua volta beneficiato del generalizzato aumento dei prezzi delle materie prime. Il problema è che dal marzo 2022 anche il suo prezzo ha iniziato a diminuire, a volte anche oltre il 20%: la colpa è da attribuire alla Federal Reserve e alla sua scelta di aumentare i tassi di interesse. Ecco dunque che in un simile contesto può non essere così conveniente investire sull’oro, incapace di generare reddito: può al contrario essere piuttosto consigliabile in questa situazione virare su altri beni rifugio o, in alternativa, sulle obbligazioni, perlomeno fino a quando i tassi di interesse non torneranno a livelli pre-bellici.