Roma, 12 dicembre 2024 – Uber spegne l’app insieme agli Ncc contro i decreti di Matteo Salvini. E il ministero dei Trasporti “si rammarica” per “la scelta della multinazionale”. Mentre i sindacati dei taxi se la prendono con chi “non vuole regole”. I servizi Uber Black, Reserve, Van, Lux e Green saranno “temporaneamente sospesi” oggi, in concomitanza delle manifestazioni a Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Venezia, Trieste, Cagliari, Catanzaro e Palermo. Uber “conferma il proprio impegno nella difesa del diritto alla mobilità e al lavoro e ribadisce la necessità di tutelare l’esigenza dei cittadini di potersi muovere in modo rapido, sicuro e accessibile, evitando che rigide normative penalizzino chi utilizza i servizi Ncc”.
La risposta di Salvini
Il ministero risponde segnalando che la protesta arriva a ridosso del Natale e un giorno prima dello sciopero generale di venerdì proclamato da Usb. E poi ribadisce che “il contrasto all’abusivismo e alle irregolarità nello svolgimento dei servizi di trasporto pubblico non di linea, che sono tra gli obiettivi prioritari dei decreti Mit, dovrebbero essere una finalità comune. Il ministero continuerà a lavorare con impegno e determinazione, auspicando un atteggiamento ragionevole da parte di tutti i soggetti interessati”. Uber aderisce alla protesta di Sistema Trasporti, confederazione di imprese di Noleggio con Conducente auto e bus. E il presidente Francesco Artusa si rallegra e rilancia: “Oggi dimostreremo a Salvini com’è il Paese che sogna. Quello fatto di soli taxi”.
Il decreto per il noleggio con conducente
Gli Ncc protestano contro il decreto interministeriale di Mit e Viminale n.226 del 26 ottobre. Il testo di Salvini e Piantedosi prevede l’introduzione di un foglio di servizio elettronico in cui indicare i dati di conducente e passeggero oltre al luogo di partenza e a quello di arrivo. Vieta anche ai clienti di ricorrere all’intermediazione di agenzie turistiche o di alberghi per prenotare il servizio. Ma soprattutto ripristina la pausa obbligatoria di 20 minuti nei viaggi con partenza fuori dalla rimessa “bocciata dalla Corte Costituzionale nel 2020”, secondo i sindacati. Uber ha definito il provvedimento come “allunga-code: il tempo di attesa medio per una corsa Uber in Europa è di 5 minuti, ma in Italia gli utenti ne dovranno aspettare 20”.
Il ricorso al Tar
Le associazioni hanno annunciato da tempo il ricorso al tribunale amministrativo contro il decreto. MuoverSì Federazione Ncc lo considera “un enorme regalo alla corporazione taxi e una grave limitazione alla libera iniziativa economica”. Intanto Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Uritaxi, Un.i.c.a Taxi Cgil e le altre associazioni delle auto gialle difendono l’avvocato Marco Giustiniani, consigliere senza stipendio al ministero dei Trasporti e già avvocato dei taxi nei giudizi amministrativi: “Troviamo singolari le lamentele di esponenti sindacali del mondo del noleggio in relazione a un rapporto di consulenza svolto a titolo gratuito. Alcune strutture sindacali, spesso accompagnate dalla potente multinazionale californiana, non vogliono alcun tipo di regola”.