"La Croazia ci ruba il gas". "Non si può estrarre in alto Adriatico perché la subsidenza farebbe sparire Venezia". "E comunque costerebbe di più che importarlo dall’Algeria". Tra dati scientifici, fake news e roventi polemiche, il dibattito sulla produzione nazionale di metano va avanti da anni. E il decreto energia, annunciato a Saint-Vincent dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, potrebbe essere l’occasione buona per piantare alcuni paletti e delineare una strategia nel settore.
![Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica (ImagoE)](https://www.quotidiano.net/image-service/version/c:Y2ZiODcwMGItMzMxYS00:YzIzYzQz/gilberto-pichetto-fratin-ministro-dell-ambiente-e-della-sicurezza-energetica-imagoe.webp?f=3%3A2&q=1&w=1280)
"I primi giorni di settembre – ha detto – presenterò un decreto in cui metterò interventi vari che dobbiamo assolutamente fare per riordinare un po’ il quadro energia. Significa correggere una serie di cose, comunque adeguarle ai tempi", compresa l’"opportunità di utilizzare anche i giacimenti di gas dei nostri territori. Perché altrimenti corriamo il rischio che in alcune realtà, in Adriatico, peschino solo altri Paesi". Il riferimento è ai giacimenti sfruttati dalla Croazia, che soddisfa così una buona parte del suo fabbisogno, e che invece sono bloccati sul lato italiano.
Una contraddizione già segnalata dal ministro e dal suo predecessore, Roberto Cingolani, e che sembrava, sull’onda delle sanzioni alla Russia, dovesse essere sbloccata dal governo Meloni. Lo scorso dicembre tuttavia, lo stop del governatore veneto Zaia – che ha denunciato i gravi danni ambientali arrecati dalle trivelle al largo delle coste del Polesine – aveva portato all’istituzione di un tavolo tecnico fra ministero e regione, mettendo la questione in stand-by. Sul fronte dei contrari, con Legambiente e Greenpeace, c’è il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, mentre quello dell‘Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha chiesto di estrarre di più dai giacimenti esistenti senza però aprire nuovi pozzi.
A prescindere dall’eventuale apporto di gas dell‘Adriatico, Pichetto Fratin si è dichiarato ottimista sul prossimo inverno, rilevando come gli stoccaggi siano "a buon punto" e ricordando come come nel medio termine "una quota debba essere assicurata dai rigassificatori, per evitare che l‘Algeria, nostro attuale grande fornitore, sia troppo decisiva e poter contare su altre fonti di approvvigionamento".
Secondo le stime del Mise nel sottosuolo italiano ci sarebbero 350 miliardi di metri cubi di gas naturale, tra riserve già confermate e potenziali. Quello non estratto nell’Adriatico è stimato in alcune decine di miliardi di metri cubi. Due sono le piattaforme (Giulia 1 e Benedetta 1) che potrebbero produrre fino a 1,5 miliardi di metri cubi di metano, ma sono bloccate. Entrambe, infatti, sono a meno di 12 miglia di distanza dalla costa, in una fascia dove dal 2010 non è possibile ottenere nuove autorizzazioni per l’estrazione.