Roma, 20 marzo 2024 – Cala la produzione industriale in Italia e non è un bel segnale per il sistema economico del nostro Paese. In particolare perché il calo più sensibile riguarda i beni di consumo, il che generalmente corrisponde a una minor capacità di spesa (meno soldi in tasca) o una perdita di fiducia (aspettative negative per il futuro e quindi spendo meno).
Un calo di produzione che si inserisce in un quadro internazionale estremamente complesso (in particolare per i conflitti e le tensioni fra superpotenze) il cui impatto futuro sull’economia dell’Italia (e di tutti i Paesi) è di difficile previsione.
Un aiuto alla produzione industriale nei prossimi mesi potrebbe però arrivare dal rallentamento dell’inflazione che, come è noto, se elevata deprime i consumi.
A gennaio 2024 infatti L’Istat stima che l'indice della produzione industriale sia diminuito dell'1,2% rispetto a dicembre e del 3,4% rispetto a un anno prima.
Lo rileva l'Istat precisando che l'indice torna ai livelli di novembre 2023, con diminuzioni mensili estese a tutti i principali comparti, ad eccezione dell'energia. Il quadro è negativo anche su base trimestrale. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, si osserva una caduta in 13 settori su 16. Nei raggruppamenti principali d'industrie è molto ampia la flessione per i beni di consumo e strumentali, mentre si assiste ad una lievissima crescita per l'energia.
L'Istat precisa inoltre che anche nella media del trimestre novembre-gennaio si registra un calo del livello della produzione dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti.
L'indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo per l'energia (+2,5%); viceversa, si osservano flessioni per i beni di consumo (-2,0%) e per i beni strumentali (-3,6%), mentre i beni intermedi risultano stabili.
Al netto degli effetti di calendario, a gennaio 2024 l'indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,4% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di gennaio 2023). Si registra un lieve incremento tendenziale solo per l'energia (+0,4%); calano, invece, i beni intermedi (-2,5%) e in misura più accentuata i beni strumentali (-4,9%) e i beni di consumo (-5,4%). Gli unici settori di attività economica in crescita tendenziale sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+2,0%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+1,1%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+0,6%). Le flessioni più ampie si registrano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-15,2%), nell'attività estrattiva (-9,9%) e nell'
industria del legno, della carta e della stampa (-8,0%).