Martedì 12 Novembre 2024

Cattivi segnali dall’economia, la produzione industriale in Italia cala dell’1,2%

I dati dell’Istat attestano una flessione praticamente in tutti i settori. Male in particolare la produzione di beni di consumo e strumentali

Roma, 20 marzo 2024 – Cala la produzione industriale in Italia e non è un bel segnale per il sistema economico del nostro Paese. In particolare perché il calo più sensibile riguarda i beni di consumo, il che generalmente corrisponde a una minor capacità di spesa (meno soldi in tasca) o una perdita di fiducia (aspettative negative per il futuro e quindi spendo meno).

Cala la produzione industriale in Italia
Cala la produzione industriale in Italia

Un calo di produzione che si inserisce in un quadro internazionale estremamente complesso (in particolare per i conflitti e le tensioni fra superpotenze) il cui impatto futuro sull’economia dell’Italia (e di tutti i Paesi) è di difficile previsione.

Un aiuto alla produzione industriale nei prossimi mesi potrebbe però arrivare dal rallentamento dell’inflazione che, come è noto, se elevata deprime i consumi.

 A gennaio 2024 infatti L’Istat stima che l'indice della produzione industriale sia diminuito dell'1,2% rispetto a dicembre e del 3,4% rispetto a un anno prima.

Lo rileva l'Istat precisando che l'indice torna ai livelli di novembre 2023, con diminuzioni mensili estese a tutti i principali comparti, ad eccezione dell'energia. Il quadro è negativo anche su base trimestrale. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, si osserva una caduta in 13 settori su 16. Nei raggruppamenti principali d'industrie è molto ampia la flessione per i beni di consumo e strumentali, mentre si assiste ad una lievissima crescita per l'energia.

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L'Istat precisa inoltre che anche nella media del trimestre novembre-gennaio si registra un calo del livello della produzione dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti.

L'indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo per l'energia (+2,5%); viceversa, si osservano flessioni per i beni di consumo (-2,0%) e per i beni strumentali (-3,6%), mentre i beni intermedi risultano stabili.

Al netto degli effetti di calendario, a gennaio 2024 l'indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,4% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di gennaio 2023). Si registra un lieve incremento tendenziale solo per l'energia (+0,4%); calano, invece, i beni intermedi (-2,5%) e in misura più accentuata i beni strumentali (-4,9%) e i beni di consumo (-5,4%). Gli unici settori di attività economica in crescita tendenziale sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+2,0%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+1,1%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+0,6%). Le flessioni più ampie si registrano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-15,2%), nell'attività estrattiva (-9,9%) e nell'

industria del legno, della carta e della stampa (-8,0%).