Mercoledì 16 Ottobre 2024
CHIARA CARAVELLI
Economia

Processo Bio-On: il pm chiede 10 anni: "Gestione dissennata, danni enormi"

L’ex presidente Marco Astorri e il suo vice Guido Cicognani rischiano la condanna. La procura: avidità e narcisismo

Processo Bio-On: il pm chiede 10 anni: "Gestione dissennata, danni enormi"

L’ex presidente di Bio-On, Marco Astorri. Per lui la Procura ha chiesto 10 anni

Una condotta che per "avidità e narcisismo" ha generato "un danno patrimoniale e finanziario enorme nelle dimensioni, diffuso e pervasivo negli effetti". Lo ha sottolineato il sostituto procuratore Michele Martorelli – titolare del fascicolo insieme al procuratore aggiunto Francesco Caleca – al termine della requisitoria nel processo per il crac di Bio-On, l’ex unicorno bolognese delle bioplastiche fallito il 19 dicembre del 2019 a seguito delle indagini scaturite da un attacco del fondo statunitense Quintessential.

La Procura di Bologna ha chiesto al collegio presieduto dal giudice Domenico Pasquariello una condanna a dieci anni per l’ex presidente Marco Astorri e per il suo vice, Guido Cicognani. Otto anni, invece, per l’ex direttore generale Vittorio Folla, sei anni per l’ex presidente del collegio sindacale, Gianfranco Capodaglio. È di cinque anni la richiesta per il direttore finanziario dell’epoca, Pasquale Buonpensiere, quattro anni sia per il revisore Gianni Bendandi che per l’ex consigliere Gianni Lorenzoni. Tre anni e sei mesi, infine, per gli ex componenti del collegio sindacale, Vittorio Agostini e Giuseppe Magni. I nove imputati sono accusati, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta impropria e per distrazione e tentato ricorso abusivo al credito.

Per Martorelli quella di Bio-On è stata "una gestione criminale e dissennata" che ha permesso agli imputati di raccogliere (o consentire che altri provvedessero) nel tempo liquidità dal mercato degli investitori, per un importo di circa 40 milioni, bruciata negli anni per far fronte alle spese correnti. In assenza di generazione di cassa, condizione finanziaria nota a tutti i protagonisti dei fatti, "la società ha fatto ricorso a credito bancario, esponendosi in termini significativi anche verso i fornitori, arrivando, infine, a generare un passivo di oltre 60 milioni" e un danno agli azionisti quantificabile "fra i 350 e i 400 milioni di euro".

Circa la contestazione di bancarotta impropria, secondo la Procura l’inizio del declino di Bio-On risale al novembre 2016, quando a distanza di due anni dalla quotazione nel segmento Aim, il cda approvò il nuovo piano industriale. In quel momento, "un’analisi obiettiva dello stato di sviluppo della tecnologia e delle capacità finanziarie avrebbe sconsigliato chiunque", ha sottolineato Martorelli, "dall’avventurarsi nella costruzione di un impianto dai costi imprevedibili".