Mercoledì 13 Novembre 2024

Primo maggio: storia e significato

La storia e il significato della Festa del lavoro, una ricorrenza mondiale dal 1889 per commemorare una protesta operaia finita nel sangue.

Crediti iStock - Primo maggio, la festa dei lavoratori

Crediti iStock - Primo maggio, la festa dei lavoratori

Da oltre un secolo il 1° maggio si celebra in tutto il mondo la Festa del lavoro. Le sue origini ideologiche risalgono in qualche modo già alla fine del Settecento. Ma, nello specifico, la ricorrenza ricorda una manifestazione operaia di Chicago, repressa nel sangue, il 1° maggio 1886.

Le prime braccia conserte in Australia

Per raccontare la storia del primo maggio occorre fare un viaggio nel tempo, che ci porta innanzitutto in Australia, terra coloniale dove erano deportati molti detenuti europei. Quando i primi prigionieri arrivarono là nel 1788, c'era ben poca protezione nei loro confronti, anche per quel che riguardava le loro condizioni di lavoro. In genere i lavoratori detenuti erano occupati dall’alba al tramonto e una parte del sabato. Alla domenica, giorno di riposo, erano comunque tenuti ad andare in chiesa e a partecipare alle iniziative comunitarie in ambito religioso.

Un nuovo accordo

La prima azione sindacale in Australia avvenne nel 1791, quando i lavoratori detenuti scioperarono chiedendo razioni alimentari giornaliere anziché settimanali. Tra il 1830 e il 1833 i primi sindacati australiani furono formati da associazioni di lavoratori qualificati come maestri d'ascia, compositori tipografici ed ebanisti. Pochi decenni più tardi, il 21 aprile 1856 gli scalpellini e altri operai edili di Melbourne lasciarono i loro attrezzi di lavoro sui banconi e abbandonarono le fabbriche e i cantieri per protesta: i loro datori di lavoro non intendevano accettare le loro richieste legate alla riduzione dell’orario lavorativo. Furono intavolate delle trattative, in seguito alle quali si arrivò a un accordo per cui gli operai non avrebbero dovuto lavorare per più di otto ore al giorno. Fu un episodio molto importante, dal momento che rappresentò la prima di una lunga serie di vittorie che portarono l'Australia ad avere uno degli ambienti più progressisti a livello globale all'inizio del XX secolo.

Il movimento delle Otto Ore

La giornata di otto ore era stata proposta per la prima volta da Robert Owen nel 1817 nella sua comunità socialista a New Lanark, in Scozia. I principi del movimento furono sintetizzati in uno slogan: “Otto ore di lavoro, otto ore di ricreazione, otto ore di riposo”. Inizialmente solo una minoranza di lavoratori, soprattutto nel settore edile, vinceva la giornata lavorativa di otto ore. La maggior parte dei lavoratori, comprese donne e bambini, generalmente lavorava più ore per una paga inferiore. La lotta per le condizioni di lavoro – fondamentale nella storia del primo maggio che celebriamo oggi – continuò in Australia, come altrove, per tutto il XIX secolo. Si è dovuto aspettare fino al 1948 affinché il Commonwealth Arbitration Court approvasse una settimana lavorativa di 40 ore e cinque giorni per tutti gli australiani. Durante la Prima Internazionale – il congresso dell'Associazione internazionale dei lavoratori – riunitasi a Ginevra nel settembre 1866, fu elaborata la proposta concreta di fissare a otto ore il limite legale dell'attività lavorativa.

La protesta a Chicago

A portare avanti la rivendicazione furono in particolare le organizzazioni dei lavoratori statunitensi. Quando, nel 1864 emerse il movimento operaio di Chicago, la giornata lavorativa di otto ore divenne rapidamente la sua richiesta centrale (da lì la definizione di Eight-Hour Movement, il Movimento delle Otto Ore). Esausti per la durata della giornata lavorativa dalle 12 alle 14, sei dì alla settimana, i lavoratori di tutta la città e dello Stato si organizzarono per ottenere una legge che limitasse la giornata lavorativa a otto ore. Nel 1867, il legislatore dello Stato dell’Illinois approvò una legge del genere, ma sostanzialmente continuò a lasciare ai datori di lavoro la possibilità di trattenere gli operai più a lungo. Cercando di eliminare questa opzione, i lavoratori di Chicago indissero uno sciopero in tutta la città che iniziò il 1° maggio 1867. Diecimila persone della classe operaia diedero vita al più grande corteo mai visto per le strade della città americana. Il malcontento era dovuto al fatto che non veniva rispettata la legge che fissava a otto ore il limite della giornata lavorativa. Ci fu l’intervento della polizia, che sparò sulla folla, causando la morte di due manifestanti.

La bomba e le vittime di Haymarket

Fu organizzata una nuova contestazione da parte degli anarchici, che si riunirono a Haymarket Square. Anche in questo caso ci fu un intervento violento da parte degli agenti. Si contarono nuove vittime, tra polizia e manifestanti, pure per via di un attentato dinamitardo. Gli organizzatori della manifestazione furono arrestati e sottoposti a processo. Alcuni di loro ricevettero una condanna a morte. Dopo la tragedia di Haymarket, la giornata lavorativa di otto ore è diventata una delle numerose questioni promosse dal movimento operaio e portate avanti fino alla sua conquista.

Il Labor Day negli Stati Uniti oggi

Nonostante le vicende di Chicago, oggi, negli Stati Uniti, rispetto per esempio all’Europa, la Festa del Lavoro si celebra il primo lunedì di settembre, in ricordo di una manifestazione tenutasi il 5 settembre 1882 a New York per iniziativa dei Knights of Labor, i Cavalieri del lavoro. Prima che diventasse una festa federale, il Labor Day era riconosciuto dagli attivisti sindacali e dai singoli Stati. Dopo varie ordinanze discordanti da uno Stato all’altro, il 28 giugno 1894 il Congresso americano approvò un atto che rendeva legale il primo lunedì di settembre di ogni anno per tutti gli Stati Uniti.

Riconoscimento ufficiale nel 1889

Le iniziative partite da Chicago a fine Ottocento travalicarono i confini nazionali e, anche in Europa, divennero il simbolo delle rivendicazioni degli operai che in quegli anni lottavano per avere diritti e condizioni di lavoro migliori. Nel 1889, a Parigi, si tenne la Seconda Internazionale socialista (organizzazione nata sulla falsariga della Prima Internazionale, 1864-1876, allo scopo di coordinare i partiti nazionali collegati con il movimento operaio). In tale occasione fu deciso che la data del primo maggio fosse riconosciuta ufficialmente, in tutto il mondo, come il giorno della Festa del lavoro.

Il 1° maggio in Italia

Per quanto riguarda la storia del primo maggio in Italia, da noi la Festa dei lavoratori venne ratificata nel 1891 con le mobilitazioni delle organizzazioni operaie e socialiste. Durante la dittatura ventennale fascista la Festa del lavoro fu anticipata al 21 aprile, per farla coincidere con il cosiddetto Natale di Roma. Le celebrazioni del primo maggio furono poi ristabilite nel 1945, dopo la caduta del regime, sei giorni dopo la liberazione dell’Italia.