Giovedì 12 Settembre 2024
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Petrolio, prezzo in picchiata. Perché e quanto durerà il calo al distributore di benzina

Il costo al barile è ai minimi dal 2021. Che cosa sta succedendo? La parola all'esperto, Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia

Il prezzo del petrolio è ai mini8mi dal 2021 (iStockphoto)

Il prezzo del petrolio è ai mini8mi dal 2021 (iStockphoto)

Roma, 12 settembre 2024 – Qualcuno se ne sarà accorto monitorando i prezzi esposti dai distributori di benzina, rimasti insolitamente bassi per l’intera stagione estiva. Il prezzo del petrolio è in caduta libera, inchiodato intorno ai 70 dollari al barile: non accadeva dal 2021. Ma perché si è instaurato questo scenario, quali effetti avrà per i consumatori e quanto durerà? Lo abbiamo chiesto a Davide Tabarelli, presidente e fondatore di Nomisma Energia, società di ricerca indipendente su energia e ambiente.

Tabarelli, a cosa è dovuta questa discesa in picchiata (-18% del prezzo al barile solo nelle ultime settimane)?

“È dovuta in primis all’abbondanza dell’offerta, che è attualmente superiore alla domanda. Da un lato, assistiamo a un consistente aumento di produzione del greggio, sia all’interno che all’esterno dei Paesi Opec+. Dall’altro, il rallentamento dell’economia cinese ha provocato anche una flessione della domanda da parte di uno dei maggiori consumatori di greggio al mondo”.

I Paesi Opec+, in effetti, hanno annunciato l’intenzione di aumentare la produzione di petrolio di 180mila barili al giorno dal mese di ottobre.

“L’evolversi del contesto, tuttavia, ha fatto slittare la partenza dell’iniziativa a dicembre. Nel frattempo, un grande esportatore di petrolio come l’Iraq ha ridotto, sempre in accordo con l’Opec+, la produzione a 3,3 milioni di barili al giorno. Lo scopo dell’accordo è ridurre il consumo interno di petrolio, con un ulteriore taglio aggiuntivo di 2,2 milioni di barili fino alla fine di novembre. Il ritorno al normale ritmo riprenderà, dunque, solo a dicembre e potrà andare avanti fino a novembre 2025”.

Al contempo, in numerosi Paesi esterni all’Opec+ la produzione di greggio è cresciuta notevolmente.

“Un enorme contributo alla sovrabbondanza dell’offerta è stato dato dal Brasile, che ha inaugurato, di recente, un nuovo giacimento, dedicato peraltro ad Anita Garibaldi. Negli Usa procede a pieno ritmo la produzione di gas di scisto, che potrebbe avvenire anche in Europa, se fossero consentite quelle tecniche di fracking (letteralmente, fratturazione idraulica, ndr) che, in altre parti del mondo, si sono dimostrate sicure sia per l’ambiente che per le persone”.

La discesa del petrolio è una buona notizia per i consumatori?

“Certo, perché comporta una riduzione del costo dei derivati del petrolio, dalla benzina al gas, fino all’elettricità. Il calo del petrolio ha effetti positivi anche sui listini al dettaglio di una moltitudine di prodotti, considerato che l'88% della merce in Italia viaggia su gomma e risente dei costi di trasporto. Ci si può aspettare anche un rallentamento dell’inflazione nei prossimi mesi. Meno buona, invece, è la notizia dell’indebolimento della domanda cinese, perché lascia presagire un rallentamento dell’economia globale”.

È una notizia meno buona anche per l’ambiente…

“Il prezzo dell’energia rappresenta, tuttora, l’unica leva in grado di tenere bassi i consumi e, di conseguenza, le emissioni inquinanti. Quindi, finché i prezzi dei carburanti per la mobilità resteranno bassi (sia pur influenzati, nel nostro Paese, dalle accise applicate dal governo), saremo più incentivati a usare l’auto, anziché ricorrere ad altri mezzi più sostenibili”.

Quanto durerà questo calo?

“Formulare previsioni è complicato, perché parliamo di un mercato volatile, caratterizzato da oscillazioni continue. Riteniamo, però, che, in assenza di ulteriori cali della domanda, questo livello possa rimanere stabile fino alla fine di dicembre, per poi rialzarsi lievemente da inizio anno”.