Martedì 1 Aprile 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
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Economia

Arriva la stangata di Pasqua: perché i prezzi di uova e cioccolato sono decollati

Alcuni prodotti alimentari stanno subendo un’impennata difficile da arginare. Controcorrente i piselli canadesi che a marzo hanno registrate forte spinte ribassiste

Uova di cioccolato, foto generiche

Uova di cioccolato, foto generiche

Roma, 28 marzo 2025 – Sarà una Pasqua più salata? Molto probabilmente sì, se si guarda ai listini di alcuni prodotti alimentari che, da sempre, sono i simboli consolidati della tradizione pasquale, nel nostro Paese e non solo. Tra questi, spiccano le uova - in tal caso, parliamo delle uova fresche, non di quelle di cioccolato -, sulle quali pesa l’epidemia di influenza aviaria che sta dilagando in tutta Europa e negli Stati Uniti. Ovviamente, non poteva mancare la fava di cacao, le cui quotazioni sui mercati continuano a soffrire di una marcata incertezza, malgrado il progressivo calo registrato da inizio 2025. Questa volatilità influisce, inevitabilmente, sul prezzo finale del cacao, contribuendo ai rincari - già denunciati dalle associazioni dei consumatori - sulle uova di cioccolata e su altri dolci tipici della Pasqua.

Trend attuali nel settore agroalimentare

Ma vediamo nel dettaglio quali sono i trend evidenziati dal bollettino settimanale di Aretè, società indipendente specializzata nella formulazione di sistemi previsionali sulle commodity per l’industria agroalimentare.

Prezzi delle uova: l'impatto dell'influenza aviaria

Volano i prezzi delle uova fresche: ad alimentarli, la preoccupazione per l’aviaria. I prezzi nazionali delle uova, registrati nelle ultime settimane, rafforzano quella tendenza al rialzo che è in corso, ormai, da inizio agosto 2024. Da gennaio 2025, le uova M gabbia, quotate dalla Cun-Commissione unica nazionale delle uova, hanno infatti segnato un +14%, toccando i massimi da aprile 2023 (+60% è il trend da agosto scorso). A marzo 2025, i prezzi medi sono risultati superiori del 29% rispetto a marzo 2024.

Gli esperti di Areté spiegano che è stata la ripartenza stagionale della domanda a innescare il trend inflattivo: ciò ha avuto un impatto diretto sui prezzi, in un contesto di mercato UE caratterizzato da un livello di autosufficienza limitato e influenzato negativamente dagli shock delle ultime due stagioni. Tuttavia, negli ultimi mesi, i rallentamenti produttivi – causati dalla diffusione di focolai di aviaria nei Paesi dell’Unione Europea - hanno contribuito ad aumentare la magnitudo del trend inflattivo. Cresce, infatti, la preoccupazione sull’offerta, fondamentale per soddisfare una domanda tendenzialmente anelastica (meno sensibile, cioè, alle variazioni di prezzo). Da inizio 2025, nei Paesi UE si contano 139 focolai in allevamenti (erano 61 nello stesso periodo del 2024). Solo in Italia, da inizio anno, si sono registrati 21 focolai in allevamenti (57 da inizio ottobre), di cui 10 in allevamenti di galline ovaiole (l’ultimo aggiornamento del dato risale a inizio marzo).

Il mercato del cacao e l'incertezza

Areté segnala come, da inizio anno, i prezzi della fava di cacao all’International Exchange di Londra abbiano segnato un calo del 30% e toccato i minimi da novembre 2024. Nello stesso periodo, cali più che proporzionali hanno caratterizzato alcuni prodotti derivati, tra cui burro di cacao e massa di cacao (-39% e -34% rispettivamente), con le quotazioni che sono tornate ai livelli di marzo 2024. La polvere di cacao, invece, si mantiene su prezzi record: circa 9,4 euro/chilo la variante 10/12, ritenuta ideale per diverse applicazioni nella pasticceria per il basso contenuto di grassi (+22% da inizio anno).

Nell’ultimo report periodico, pubblicato a fine febbraio, l’International Cocoa Organization (ICCO) ha pubblicato i primi scenari sui fondamentali di mercato della campagna 2024/25, cominciata a ottobre 2024. A livello globale, la produzione netta è prevista aumentare del +7,8% a 4,79 milioni di tonnellate, trainata da aumenti in Costa d’Avorio e Ghana (principali Paesi produttori) rispettivamente del +10,5% e del +13%. Tuttavia, il perdurare di eventi meteo sfavorevoli e gli strascichi degli chock che hanno negativamente impattato l’offerta nel 2023/24 mantengono la produzione su livelli ancora del 4% inferiori rispetto alla campagna 2022/23 e frenano, dunque, la discesa dei prezzi.

Effetti delle guerre commerciali sui piselli canadesi

L’ultimo aggiornamento di Aretè riguarda, questa settimana, il mercato dei piselli. I prezzi dei piselli gialli quotati in Canada, riferimento per il mercato globale, nel corso di marzo hanno registrato ribassi di oltre il 10%, toccando i livelli minimi da fine 2023. Le analisi Areté identificano, tra i principali fattori ribassisti, i dazi del 100% all’importazione sui piselli canadesi, imposti dalla Cina. Il governo canadese prevede, per la campagna 25/26, un calo delle esportazioni canadesi di circa il 46% che, assieme a un aumento produttivo previsto al 4%, comporterebbe un accumulo di scorte record, da 698mila tonnellate nella campagna 24/25 a poco meno di 2 milioni di tonnellate nell’annata 2025/26.