Giovedì 21 Novembre 2024
LUCA BOLOGNINI
Economia

Caro benzina, l'economista: "Il nuovo embargo anti-Putin farà salire ancora i prezzi"

Dal 5 febbraio stop nella Ue all’importazione di prodotti raffinati del petrolio dalla Russia. Clò: "Potrebbe rivelarsi un boomerang, Bruxelles avrebbe dovuto pensarci"

Bologna, 20 gennaio 2023 - "Nelle prossime settimane una nuova tegola rischia di abbattersi sui già malmessi automobilisti italiani". Per l’economista Alberto Clò, direttore della rivista Energia, l’embargo della Ue che scatterà il 5 febbraio sui prodotti petroliferi russi importati via mare molto probabilmente farà schizzare di nuovo i prezzi dei carburanti.

Distributore di benzina (Imagoeconomica)
Distributore di benzina (Imagoeconomica)

Leggi anche: Sciopero benzinai: chiusi anche i self service. Quando e perché scatta lo stop

Professore, cosa ci aspetta?

"L’Europa è molto dipendente dai prodotti petroliferi russi. Importa enormi quantità di diesel dalla Federazione e sta avendo grosse difficoltà a rimpiazzarle. A questo si deve aggiungere che le malandate raffinerie europee non sono in grado di soddisfare da sole la domanda. Finora ci siamo lamentati perché il governo ha eliminato gli sconti sulle accise, che comunque costavano un miliardo al mese. Nelle prossime settimane potrebbe andare decisamente peggio".

Ma perché siamo arrivati a questo punto?

"Sicuramente perché l’Europa è stata assente o poco attiva nell’esaminare gli effetti delle sue decisioni. Questo embargo rischia di trasformarsi in un boomerang. Capisco la decisione di sanzionare la Russia, politicamente comprensibile, ma la Ue avrebbe dovuto tenere conto delle conseguenze delle sue scelte. L’Ungheria di Orban è riuscita a strappare un’eccezione all’embargo, perché non ha sbocchi sul mare. Mentre il governo Draghi non ha mosso un dito a difesa del polo petrolifero Lukoil a Priolo. Anche se ora ci si sta adoperando per evitare una chiusura che impatterebbe su tutto il Paese".

Come potremmo sostituire il diesel che verrà a mancare?

"Penso sopratutto al Medio Oriente, ad Abu Dhabi che ha avviato una nuova grande raffineria. Ma ci sono anche altre opportunità: la Russia sta cercando di dirottare i suoi flussi petroliferi verso Cina, India e Turchia. Questi Paesi potrebbero quindi fungere da intermediari".

Cioè?

"Potrebbero importare i prodotti raffinati del petrolio dalla Russia ed esportarli verso la Ue. In questo modo l’Europa potrebbe attingere da questi flussi che sono dirottati verso questi Paesi".

E i prezzi alle stazioni di servizio?

"Non dico che necessariamente aumenteranno, anche se non vedo ragioni per un ribasso nelle prossime settimane. L’Europa, d’altra parte, ha commesso un grave errore".

Quale?

"Ha di fatto estromesso il petrolio dal mix energetico. L’oro nero è la fonte energetica attualmente più consumata ed è quasi interamente importata. La Ue doveva tenerne conto, per evitare contraccolpi. Ovviamente ora c’è un’alta probabilità che i prezzi per il consumatore aumentino".

Quindi meglio allacciare le cinture?

"Bisogna vedere come reagiranno i mercati. Quando c’è odore di sangue, la speculazione aumenta. Il mercato del petrolio è volatile: c’è una scarsa capacità produttiva ed è difficile trovare risorse in esubero a cui attingere in caso di necessità. Anche l’Opec sta facendo fatica a produrre le quantità di petrolio che si era ripromessa di immettere sul mercato. L’Arabia Saudita, inoltre, sta sostituendo l’asse americano con quello russo. Tutti fattori che rendono il mercato instabile. E poi c’è la Cina".

Cioè?

"La scarsa crescita economica di Pechino e la politica zero Covid avevano tenuto bassi i prezzi. Se le restrizioni si allenteranno e l’economia del Dragone crescerà più del 2,5-3%, aumenterà la domanda di petrolio verso i mercati esteri. Un altro fattore che impatterà negativamente sui mercati".

Il meccanismo dell’accisa mobile potrà servire se i prezzi schizzeranno?

"Era un’idea avanzata già da Bersani, non funzionerà. Anche obbligare i benzinai a pubblicare il prezzo medio regionale dei carburanti non ha molto senso. Sta ai consumatori rifornirsi là dove i prezzi sono più bassi".

Alberto Clò, 75 anni, economista
Alberto Clò, 75 anni, economista