Sabato 25 Gennaio 2025
ANTONIO PETRUCCI
Economia

Le previsioni dei ceo italiani sull’economia globale

Ottimismo per quanto riguarda la crescita economica e l’occupazione. Preoccupa la sostenibilità a lungo termine delle aziende

Le previsioni dei ceo italiani sull'economia globale (foto generica di lavoro)

Le previsioni dei ceo italiani sull'economia globale (foto generica di lavoro)

Roma, 25 gennaio 2025 – Le nuove opportunità di crescita fornite dall’intelligenza artificiale e, in generale, dalle nuove tecnologie, offrono probabilmente molte occasioni di sviluppo e progresso per le aziende ma, al contempo, mettono gli amministratori dinanzi a una serie di nuove e complesse problematiche. In particolare, i ceo appaiono cautamente ottimisti sul futuro ma anche parzialmente preoccupati della sostenibilità a lungo termine delle loro aziende, come si evince dai risultati del 28° Annual Global ceo Survey di PwC.

I dati dello studio PwC

Dall’intervista a 4.701 ceo (di cui 122 italiani) in 109 Paesi e territori, emerge ottimismo per la crescita economica globale nel 2025, ma anche preoccupazione per la sostenibilità a lungo termine della propria azienda. Il 64% dei ceo italiani prevede infatti che la crescita economica mondiale aumenterà nei prossimi 12 mesi (in aumento rispetto al 43% del 2024 e al 27% di due anni fa). In crescita anche il dato a livello globale, con il 58% dei ceo ottimisti verso il prossimo anno (in aumento dal 38% dell’anno scorso e dal 18% di due anni fa). Si riscontra dunque un ottimismo dei ceo in ambito macroeconomico, probabilmente guidato dall’attenuarsi dell’inflazione e della volatilità macroeconomica. Meno diffusa invece la fiducia nella crescita economica nazionale, prospettata solo dal 43% degli intervistati italiani. Dato comunque più positivo di quello registrato in Germania (dove solo il 16% degli intervistati ha espresso fiducia per la crescita economica del paese) e Francia (24%). Più positivi i ceo di Uk (61%), Spagna (72%), e Usa (66%). Si mantiene alta la fiducia dei ceo italiani rispetto alla crescita della propria azienda: oltre il 64% si attende un aumento del fatturato nei prossimi 12 mesi (vs 74% global) e l’80% in quella a tre anni (vs 84% global).

Nuove assunzioni nel 2025

Il 45% dei ceo italiani (vs 42% global) si aspetta inoltre di aumentare il numero di dipendenti nel 2025, mentre solo il 9% prevede di effettuare tagli all’organico (vs 17% global). Tuttavia, in linea con il sondaggio dello scorso anno, più della metà dei ceo italiani ritiene che, con il percorso attuale, la propria azienda non sarà più economicamente sostenibile entro dieci anni. Ai ceo italiani è stato chiesto quanto si percepissero in vantaggio o meno rispetto ai propri competitor europei su diversi aspetti che definiscono la competitività sul mercato delle aziende. Gli aspetti di maggior vantaggio competitivo sono la cultura organizzativa flessibile, aperta e orientata al cambiamento (58%), la proattività verso la ricerca e l'innovazione (55%) e l’abilità nel promuovere il marchio aziendale (44%). I ceo dichiarano, invece, uno svantaggio sulla tassazione (46%), sulla trasformazione digitale all’interno dell’azienda e sulla capacità di entrare in nuovi mercati.

Lo skill gap preoccupa

Le competenze sono una priorità sia per i ceo italiani sia globali. Al primo posto tra le minacce individuate per il prossimo anno (35% Italia) c'è la mancanza di competenze chiave del personale, a cui si sente particolarmente esposto più di un terzo delle aziende italiane. Lo skill gap in Italia preoccupa più della volatilità macroeconomica e dell’inflazione. Questo fenomeno riguarda soprattutto settori emergenti come l'intelligenza artificiale e la cybersecurity. Sebbene la maggior parte dei ceo sia ottimista sull’andamento dell’economia globale, infatti, la volatilità macroeconomica (29%) e l'inflazione (27%) rimangono i principali rischi, ma con chiare differenze nei rispettivi territori. Il conflitto geopolitico è visto come il rischio maggiore in Medio Oriente (41%) e nell'Europa centrale e orientale (34%). Nell'Europa occidentale, i rischi informatici (27%) preoccupano maggiormente della mancanza di personale qualificato (25%) e dell'inflazione (24%), con al primo posto la volatilità macroeconomica (29%).

Sostenibilità e modello di business

Il 56% dei ceo in Italia (e il 42% a livello globale) afferma che la propria azienda non sarà sostenibile oltre i prossimi 10 anni, se prosegue sul percorso attuale. Saper cogliere il potenziale del cambiamento tecnologico si rivela essenziale per la sostenibilità economica a lungo termine dell’azienda. Chi ritiene che il proprio modello di business sia sulla giusta strada per mantenersi oltre i prossimi 10 anni individua nell’evoluzione tecnologica il fattore chiave per lo sviluppo aziendale. La difficoltà nell'implementazione del cambiamento tecnologico emerge come seconda causa di insostenibilità del business nel medio-lungo periodo per le aziende italiane.

Il pensiero di Andrea Toselli

"Dalla ceo Survey di quest’anno emerge un panorama complesso per le aziende e le sfide che le attendono, caratterizzato da un equilibrio tra ottimismo e realismo. Per crescere – afferma Andrea Toselli, Presidente e Amministratore delegato di PwC Italia - è fondamentale che i leader agiscano ora, prendendo decisioni coraggiose su strategie che coinvolgono persone, catena di fornitura e modelli di business. Le aziende italiane stanno investendo in tecnologie emergenti, ma la trasformazione richiede un approccio integrato che consideri infrastrutture, competenze e aree di integrazione tecnologica. È cruciale che il sistema Paese supporti le aziende nel realizzare questi cambiamenti, garantendo un futuro sostenibile e prospero”.