Sabato 16 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Previdenza complementare: i vantaggi per lavoratori e aziende

I versamenti su fondi pensione offrono diversi vantaggi, tra cui sconti fiscali e la possibilità di anticipazioni del montante accumulato, ma ci sono pro anche per le imprese

La cosiddetta previdenza complementare presenta diversi vantaggi sia per il lavoratore che per l'azienda

La cosiddetta previdenza complementare presenta diversi vantaggi sia per il lavoratore che per l'azienda

Roma, 31 agosto 2024 – La proposta della Lega di destinare obbligatoriamente una quota del 25% del Tfr alla previdenza complementare ha riportato l’attenzione sul secondo pilastro della copertura pensionistica che dovrebbe essere garantita dai fondi pensione. Ma quali sono i vantaggi di quest’ultima, fino a oggi ancora troppo poco conosciuta? Vale la pena ricordare le caratteristiche principali che regolano il sistema e i benefici che ne derivano tanto per i lavoratori quanto per le imprese.

I vantaggi per i lavoratori

“Con riferimento ai vantaggi – spiega Francesco Verbaro, già segretario generale del Ministero del Lavoro, oggi senior advisor di enti e casse di previdenza – occorre ricordare gli importanti benefici fiscali introdotti per i versamenti effettuati alla previdenza complementare, ivi incluso il Tfr. Questo, se lasciato in azienda, è sottoposto, all’atto della cessazione del rapporto di lavoro, alla tassazione media ordinaria, certamente alta a fine carriera, mentre il riscatto per pensionamento presso un fondo pensione è sottoposto a una tassazione massima del 15%. Se si permane oltre i 35 anni nella previdenza complementare si può arrivare anche ad una tassazione di appena il 9%. Un favore sconosciuto ai lavoratori che, con il nuovo intervento del governo, potrebbe essere oggetto di una adeguata campagna di comunicazione”.

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Ma gli sconti fiscali riguardano anche i versamenti dei contributi. “Sappiamo – puntualizza Verbaro – che oggi i contributi versati ai fondi pensione sono deducibili nel limite massimo di 5.164,57 euro l’anno. Al riguardo sarebbe necessario tenere conto delle carriere e dei redditi discontinui e pertanto consentire il recupero del vantaggio fiscale anche negli anni successivi, se non utilizzato in alcuni anni, versando cifre deducibili superiori al limite dei 5.164,57 euro”. Non basta. Occorre poi non dimenticare l’enorme flessibilità nell’utilizzo delle somme accantonate presso i fondi pensione durante la vita lavorativa: le cosiddette anticipazioni consentono ai lavoratori iscritti di poter richiedere fino al 75% del montante accumulato per acquisto prima casa, per ristrutturazione prima casa e per spese sanitarie per sé, coniuge e figli, con una tassazione del 23% nei primi due casi e del solo 15% nel caso di spese sanitarie. A ciò si aggiungono le cosiddette anticipazioni per ulteriori esigenze (vale a dire quelle acausali) con la possibilità di richiedere fino al 30% del proprio montante e con una tassazione al 23%. Da ultimo una tassazione sui rendimenti finanziari del 20%, contro il 26% previsto per le rendite finanziarie, che si riduce al 12,5 % nel caso di titoli di Stato.

I vantaggi per le aziende

Negli ultimi anni, complice anche l’alta inflazione e la conseguente rivalutazione dei Tfr, si è avuta – precisa Verbaro – una maggiore consapevolezza anche da parte delle aziende dei vantaggi della previdenza complementare. Il versamento ai fondi pensione del Tfr esonera, infatti, l’azienda dall’onere della rivalutazione annuale prevista per legge. Ed ancora le aziende che destinano il Tfr ai fondi pensione sono esentate dal versamento dello 0,20% del monte retributivo al fondo di garanzia Inps e dello 0,28% a titolo dei cosiddetti oneri impropri da versare sempre all’Inps. Da ultimo l’azienda che versa il Tfr a un fondo pensione beneficia di una maggiore deduzione dal reddito di impresa nell’ordine del 6% se sono aziende con meno di 50 dipendenti o del 4% se sono aziende fino a 49 dipendenti. Questa percentuale si applica all’ammontare del Tfr annualmente conferito.