Il Premio EY L’Imprenditore dell’Anno è giunto alla sua XXVII edizione. Il prestigioso riconoscimento è riservato a imprenditori italiani alla guida di aziende con un fatturato di almeno 40 milioni di euro che sono riuscite a rinnovarsi contribuendo in modo significativo alla crescita economica, ambientale e sociale del Paese e dimostrando grandi capacità di innovazione e impegno verso la sostenibilità.
Quest’anno la vincitrice nazionale è Giovanna Vitelli, presidente del gruppo Azimut-Benetti che opera nel settore della cantieristica navale. Assieme alla Vitelli, premiata “per aver saputo indirizzare l’azienda alla crescita, ma anche per aver ispirato cambiamenti tecnologici, progetti incentrati sulla sostenibilità, sul benessere dei dipendenti e sulla responsabilità sociale d’impresa”, sono stati premiati altri sette imprenditori in altrettante diverse categorie. Ad assegnare i premi è una giuria, indipendente da EY, composta da noti esponenti del mondo delle istituzioni, dell'economia e dell'imprenditoria. Per l’edizione del 2024 essa era presieduta da Paolo Morosetti, Senior Lecturer in Strategy and Entrepreneurship presso la SDA Bocconi School of Management. Nella categoria FamilyBusiness è risultato vincitore Alessandro Zucchetti, CEO dell’omonima azienda di famiglia con sede a Lodi. Questa ditta era originariamente lo studio del commercialista Domenico Zucchetti, che fu il primo in Italia, nel 1977, a realizzare un software per l'elaborazione automatica della dichiarazione dei redditi. Nei decenni l’impresa di famiglia si è espansa nella produzione di software e hardware per aziende e professionisti, come nel settore dei servizi. Oggi è una multinazionale con sedi in Brasile, Francia, Germania, Romania, Spagna, Stati Uniti e Svizzera e nel 2023 è arrivata a fatturare due miliardi di euro. Questa la motivazione del premio: “aver condotto la propria azienda in un percorso di crescita e innovazione, affiancando alle solide radici familiari una governance moderna, favorendone un forte sviluppo in Italia e al tempo stesso un’espansione internazionale”. Per la categoria Global Growth è stato premiato Matteo Storchi, presidente e amministratore delegato di Comer Industries S.p.A. Nata nel 1970 come CO.ME.R (Costruzioni Meccaniche Riduttori) a Reggiolo, provincia di Reggio Emilia, l’azienda è attiva nella progettazione e produzione di sistemi ingegneristici avanzati e soluzioni meccatroniche per la trasmissione di potenza. Negli ultimi anni, sotto la guida di Matteo Storchi, ha vissuto un periodo di florida crescita: dal 2019 è quotata alla Borsa di Milano, due anni dopo si è notevolmente ingrandita grazie all’acquisizione della tedesca Walterscheid e nel 2022, con l’acquisto della Benevelli Electric Powertrain Solution e Sitem Motori Elettrici si è espansa nel settore della componentistica per la mobilità elettrica.
Nella categoria Innovation la vincitrice, “per aver trasformato l’impresa di famiglia in un punto di riferimento dell'innovazione aerospaziale”, è Chiara Pertosa, Ceo di Sitael S.p.a, che è parte del gruppo Angel Holding, e figlia del Cavaliere del Lavoro Vito Pertosa. Il premio Italian Manufacturing Excellence va invece al bolognese Massimo Scagliarini, Ceo di GVS S.p.a, azienda con sede a Zola Predosa che è tra i maggiori produttori mondiali di soluzioni avanzate di filtrazione per il settore medicale, di laboratorio e automobilistico. Scagliarini si è distinto “per la sua visione strategica che ha saputo coniugare innovazione e tradizione, guidando l'azienda familiare verso un'espansione globale e rafforzando il prestigio del Made in Italy nel mondo”.
Il parmigiano Davide Bollati, Presidente di Davines S.p.a, ha invece vinto nella categoria Sustainable Business Model “per aver guidato l'azienda verso un approccio di crescita olistico che considera l'impatto sull'ambiente, sulle comunità e sugli stakeholder, ponendo l'etica e la sostenibilità al centro delle decisioni come fattori chiave del successo del proprio business”. Bollati, infatti, ha guidato l’azienda di famiglia, nata a Parma nel 1983 e operante nel settore dei cosmetici, verso l’espansione internazionale, con un forte impegno fondato su etica, sostenibilità e innovazione. La Davines è infatti fortemente impegnata nello sviluppo di formule che coniughino la miglior performance con il rispetto per l’ambiente. Molte nascono nella nuova sede del gruppo, il Davines Village, che al suo interno ha un giardino scientifico nel quale vengono coltivate oltre 6000 specie di piante cosmetiche, ornamentali e commestibili. Sono tre, a pari merito, i vincitori nella categoria Startup: Stefano Cappello, Giovanni Cappello ed Enrico Noseda, i tre fondatori di Limenet S.r.l, una startup, nata nel 2023, che aveva brevettato una tecnologia in grado di stoccare la CO2 in acqua di mare trasformandola in bicarbonati di calcio. Nell’ultima categoria, Scaleup, la giuria ha assegnato il premio a Paolo De Nadai di WeRoad, "per la sua capacità di rivoluzionare il settore dei viaggi, offrendo esperienze autentiche che connettono persone con culture diverse, combattendo il senso di solitudine, promuovendo il viaggio come strumento per creare nuove relazioni umane e per supportare le economie locali".
nfine, in questa edizione, EY ha voluto introdurre una novità: la menzione speciale “un secolo di eccellenza, che è stata assegnata a cinque realtà imprenditoriali con una storia radicata in oltre un secolo di tradizione ed eccellenza. Ad aggiudicarsi questa menzione sono stati: Alberto Bianchi, Ceo di Bianchi Industrial S.p.a., Rino Orsolini, Amministratore Unico di Orsolini Amedeo S.p.a., Piero Petrucco, Ceo di I.CO.P S.p.a. Società Benefit, Piero Saleri, Presidente di O.M.S. Saleri S.p.A., Leonardi Spadoni, Amministratore Delegato di Molino Spadoni S.p.A.