Roma, 24 ottobre 2023 – Il professor Larry Summers, già segretario del Tesoro Usa durante l’amministrazione Clinton, Direttore del National Economic Committee con Obama e rettore di Harvard, si è aggiudicato il premio Bancor, istituito nel 2022 dall’Associazione Guido Carli con il patrocinio di Banca Ifis, per premiare le personalità eccellenti nel mondo economico-finanziario. La cerimonia di premiazione si è svolta a Roma nella Galleria Doria Pamphilj e ha visto gli interventi di Federico Carli, Presidente dell’Associazione Guido Carli ed Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis, alla presenza di Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, Paolo Savona, Presidente della Consob, e Pietro Cipollone, membro del board Bce. Durante l’evento è stato annunciato che, a partire dal 2024, verrà assegnato un nuovo riconoscimento a figure di spicco del giornalismo internazionale che, attraverso il loro lavoro, hanno inciso in maniera determinante nel dibattito pubblico. Un riconoscimento che ha l’obiettivo di premiare i valori della competenza, integrità e trasparenza anche in ambito giornalistico e che verrà assegnato da una giuria composta dalle più autorevoli firme del panorama giornalistico italiano.
La Lectio Magistralis
"Sono incredibilmente onorato e grato di aver ricevuto il Premio Bancor – ha dichiarato Summers in collegamento telematico nel corso della lectio magistralis. Mi sono emozionato molto quando ho saputo che la vostra giuria aveva deciso di assegnare il premio a me, dopo che l’anno scorso era stato insignito al mio caro amico Mervyn King (ex governatore della Bank of England, ndc). Sono grato per il riconoscimento, ma lo sono ancora di più per il fatto che tutti noi che operiamo in posizioni di responsabilità pubblica nell’area finanziaria non lo facciamo per servire gli interessi dei banchieri, per il bene dei banchieri, né per far funzionare meglio i mercati dei capitali come una sorta di astrazione, ma piuttosto lo facciamo per creare una società migliore e più stabile basata su una maggiore interdipendenza e su scambi che sono inevitabilmente facilitati e sviluppati dalla finanza". Dopo i ringraziamenti di rito, Summers ha affrontato un'ampia riflessione sul momento globale "dove ci sono questioni di immensa importanza che per certi versi potrebbero anche trascendere le sfide della finanza". "Per parecchi anni prima del Covid, a partire dalla crisi finanziaria, le preoccupazioni dei macroeconomisti – ha rilevato - non hanno riguardato un’inflazione eccessiva, ma un’inflazione insufficiente – una questione fondamentale per gli economisti monetari e per i dibattiti sulla politica monetaria. Era il cosiddetto “zero lower bound”, ovvero la possibilità di ridurre i tassi d’interesse molto al di sotto dello zero, viste le implicazioni per il sistema bancario e la possibilità di detenere liquidità e il timore che, anche a tassi d’interesse nulli o in qualche modo negativi, l’economia non riuscirebbe a generare una domanda d’investimento sufficiente ad assorbire tutto il risparmio. È questa l’idea che da tempo preoccupa gli economisti, gli economisti che parlano di “eccesso generale”, gli economisti che parlano di sottoconsumo. Una preoccupazione particolarmente pressante per l’economista americano Alvin Hanson, quando parlava della stagnazione secolare alla metà e alla fine degli anni ‘30. Prima della pandemia, ero tra coloro che sostenevano che i problemi si erano spostati in modo significativo dal lato dell’offerta a quello della domanda, e che era importante trovare un modo per produrre più stimoli. In quel periodo ero piuttosto scettico – a dire il vero molto scettico – sui tassi d’interesse negativi come strumento per produrre più domanda. La mia preoccupazione era che i progetti d'investimento che risultavano attraenti con un tasso d’interesse del -1% ma non con un tasso d'interesse pari a zero, probabilmente non erano progetti d’investimento molto validi. Il mio timore era che con pagamenti di cedole basse o negative sui prestiti, i mercati avrebbero avuto difficoltà a svolgere la loro funzione principale di garantire l’allocazione del capitale a chi avrebbe saputo sfruttarlo al meglio. Temevo che tassi d’interesse straordinariamente bassi potessero causare pericolosi aumenti della leva finanziaria e creare bolle speculative. Per questo ritenevo necessario trovare altri modi per stimolare la domanda, riducendo tutti i tipi di ostacoli agli investimenti strutturali, promuovendo gli investimenti pubblici e, in alcuni casi, rafforzando la previdenza sociale o la redistribuzione, affinché le risorse passassero da coloro che hanno una minore propensione alla spesa a chi invece è più propenso a spendere. Col senno di poi, quello è stato il periodo relativamente breve della stagnazione secolare. Da allora, penso che siano cambiate molte cose, alcune in modo quasi permanente. Perché nessun cambiamento economico è permanente. Con il coronavirus, con la pandemia e i grandi programmi di risposta all’emergenza pandemica, in particolare, ma non solo, negli Stati Uniti, oggi ci troviamo in una situazione molto diversa". "Una situazione – ha proseguito Summers – in cui i problemi fiscali sono molto più gravi di un tempo, una situazione in cui, con ampi disavanzi, i tassi d’interesse possono allontanarsi sostanzialmente dal limite inferiore dello zero e le economie possono crescere in modo ragionevolmente solido e, anzi, possono far aumentare la domanda nominale abbastanza rapidamente da rendere irraggiungibile l’obiettivo di un’inflazione al 2%. Ciò implica sfide fiscali molto diverse e un ambiente di politica monetaria altrettanto diverso. A mio avviso, chi suggerisce l’esistenza di una regola ferrea o di una formula semplice che possa guidare la politica in futuro, non ha vissuto abbastanza a lungo da apprezzare l’importanza di tutte le sorprese e le incognite che possono presentarsi. Non condivido l’opinione di molti, tra cui alcuni amici accademici, secondo cui questo è il momento di abbandonare il target d’inflazione del 2%". E ancora: "A mio avviso, negli Stati Uniti il mantenimento di un livello di domanda coerente con la stabilità dei prezzi richiederà probabilmente un lungo periodo di tassi d’interesse piuttosto elevati rispetto alle stime prevalenti di tassi d’interesse neutrali. Non invidio i banchieri centrali di oggi per le sfide che li attendono. Andrà a beneficio di tutti se riusciranno ad agire non in un’ottica di convenienza a breve termine, né per ridurre al minimo le ripercussioni dolorose e la dislocazione, bensì per mantenere l’ampio senso di impegno verso la stabilità dei prezzi che è stato il fulcro di tutti i successi economici dell’ultima generazione. Credo che nei prossimi anni le questioni di politica fiscale dovranno svolgere un ruolo più rilevante che in passato. Sono più preoccupato per la situazione fiscale degli Stati Uniti a medio e lungo termine di quanto lo sia stato nei 40 anni in cui mi sono occupato di politica macroeconomica. Considerate che le ultime stime del Congressional Budget Office sulla situazione fiscale negli Stati Uniti indicano un deficit del 7,3% circa". "Dopo il 1980, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il mondo – ha concluso – si è mostrato in modo molto più ampio. E la finanza e l’integrazione economica sono stati elementi importanti di questa scelta. L’istituzione del mercato unico in Europa, che ha riunito paesi che avevano combattuto guerre tra loro quasi ogni mezzo secolo o addirittura per un millennio. La formazione delle istituzioni gemelle di Bretton Woods, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, la visione di un mondo in cui le nazioni potessero commerciare, impegnarsi, prosperare e vedere che quando una nazione prosperava, anche le altre prosperavano. La conseguenza di questa prosperità è stato un periodo di successo straordinario. L’umanità non ha mai assistito a questo tipo di progressi nel migliorare la vita di così tante persone con così poca guerra, come è avvenuto negli ultimi 78 anni. Un terzo punto di inflessione, forse meno drammatico, ma ugualmente di enorme importanza è avvenuto nel 1989, con la caduta del Muro di Berlino. Da allora abbiamo visto accadere cose incredibili, straordinarie e positive. Nessuno potrebbe metterlo in dubbio. Nell’ottobre del 2023 potrei dire che la storia si è conclusa di nuovo. C’è una schiera di forze che sostengono l’ordine e la civiltà, e ci sono quelle sempre più unite che vi si oppongono. Pertanto, le scelte che tutti noi facciamo, le istituzioni che formiamo, i debiti che contraiamo o non contraiamo, il modo in cui allochiamo o meno le risorse non sono mai stati così importanti. Sono quindi profondamente grato a tutti voi per questo premio, ma ancor più per ciò che questa istituzione fa per promuovere una riflessione attenta e disciplinata su questioni che non potrebbero essere più profonde e rilevanti di così".
Fürstenberg Fassio (Presidente Banca Ifis): “Dal 2024, il Premio Bancor anche per i giornalisti”
“Il Premio Bancor arriva al suo secondo anno con un ulteriore consolidamento - ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis, a margine dell’edizione 2023 del Premio. Creato per contribuire a mantenere aperto il nostro Paese al dibattito economico internazionale e per promuovere il dialogo continuo fra opinioni ed esperienze diverse, Bancor si richiama a un esperimento fatto da due uomini di eccellenza: il Governatore Guido Carli e un grande giornalista, Eugenio Scalfari, che crearono – proprio sotto questa sigla – un’eterodossa esperienza di confronto fra poteri e opinioni diverse, sulle colonne del settimanale L’Espresso. Dall’anno prossimo, come ha ricordato l’amico Federico Carli – che ringrazio per il lavoro svolto insieme per dare sempre più contenuti a questo Premio - Bancor si amplia con un altro riconoscimento dedicato a figure di spicco del giornalismo internazionale che si sono distinte per il loro contributo al dibattito pubblico. Una giuria autorevole e prestigiosa di giornalisti si affiancherà a quella attuale. A Federico Carli, nipote di Carli, si affiancherà Donata Scalfari, giornalista e figlia di Eugenio Scalfari – nella tradizione che abbiamo scelto di una continuità familiare come testimonianza della continuità dei valori".