Milano, 29 novembre 2024 – Il tema della precettazione è molto in voga negli ultimi giorni, con riferimento allo sciopero generale di oggi, venerdì 29 novembre.
Poiché in pochi, tuttavia, sanno davvero di che cosa si tratti nello specifico e a cosa porti il mancato rispetto di essa, il professor Vincenzo Ferrante, specializzato in diritto del lavoro e della previdenza presso lo studio legale Daverio e Florio, ci ha tenuto a fare chiarezza sull'argomento sfruttando la propria competenza.
Cos'è la precettazione?
Per precettazione si intende un ordine rivolto ai singoli lavoratori affinché riprendano il proprio servizio in relazione al quale è stato indetto uno sciopero. In questo modo viene garantita l'astensione fornendo comunque ai cittadini prestazioni lavorative minime. Una specie di compromesso il cui potere è attribuito direttamente al Presidente del Consiglio dei ministri o a un ministro da lui delegato, mentre passa al prefetto riguardo questioni locali, e che deve essere esercitato solo al termine del confronto con i sindacati che hanno proclamato uno sciopero. L'ordine di precettazione può anche soltanto rinviare lo sciopero ad una data posteriore, unendolo ad astensioni collettive già proclamate, o persino ridurre la durata dello stesso.
Cosa succede in caso di mancato rispetto della precettazione?
In passato i lavoratori che non rispettavano la precettazione ricevevano una sanzione penale, poiché si trattava di un ordine imposto dall'autorità governativa. A cambiare le carte in tavola ci ha pensato la legge del 1990, che ha sostituito la sanzione penale con una economica per i lavoratori assenteisti individuati come destinatari dell'ordinanza. La legge in questione, tuttavia, stabilisce anche che coloro che non rispettano la precettazione non possono mai essere licenziati a causa del solo mancato rispetto dell'ordine ricevuto. A Milano, durante uno sciopero dei trasporti risalente ad alcuni anni fa, il Sindaco chiese alla procura di monitorare e perseguire gli autisti a causa dell'interruzione del servizio pubblico. Il procedimento venne però archiviato per la difficoltà di individuare i lavoratori effettivamente raggiunti dall'ordine di precettazione, solitamente reso noto dai media o tramite l'affissione di fogli ufficiali nei luoghi di lavoro. Solamente in occasioni eccezionali, infine, l'ordine viene direttamente comunicato ai singoli destinatari.
Le conseguenze sui lavoratori e i sindacati
In caso di mancato rispetto della precettazione sono previste, come detto, sanzioni economiche sia per i lavoratori che per i sindacati e le associazioni di rappresentanza degli autonomi, dei professionisti e dei piccoli imprenditori che non ottemperino all'ordinanza. Trattandosi di sanzioni molto alte che possono raggiungere anche i 50.000 euro, è comunque abbastanza raro che l'ordine non venga rispettato. La legge tutela utenti e cittadini e per questo motivo le sanzioni possono essere rivolte anche alle imprese che non favoriscono la ripresa regolare del servizio lavorativo.