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Matteo Del Fante, 57 anni, amministratore delegato di Poste Italiane
Buone notizie per gli azionisti di Poste Italiane, che per l’esercizio 2024 incasseranno 1,4 miliardi di dividendi, in aumento del 35% sull’anno precedente. Dunque ci aveva visto giusto il governo, che lo scorso ottobre ha rinviato il collocamento di una tranche del 15% del gruppo guidato da Matteo Del Fante, i cui principali azionisti sono Cassa Depositi e Prestiti (con il 35%) e il Mef (al 29,6%). Lo stacco della cedola, a giugno, si tradurrà in un incasso di circa 494 milioni per Cdp e di 418 milioni per il Tesoro, per un totale destinato ai due azionisti pubblici di oltre 900 milioni.
Ossigeno per il debito pubblico italiano, che arriva grazie all’utile netto "più alto di sempre" di Poste: 2,01 miliardi. Ai massimi storici anche i ricavi (12,6 miliardi), in crescita del 5%, di cui 6,4 miliardi dai servizi finanziari. Corrono anche l’attività postale e i servizi Postepay, ma è decisiva – come per i conti record delle banche – la pioggia di utili caduta sugli intermediari grazie agli elevati margini d’interesse prima che la Bce iniziasse a ridurre il costo del denaro: per Poste il margine d’interesse nel 2024 vale 2,5 miliardi, in crescita di oltre il 13%.
Nonostante l’andamento dei tassi abbia invertito la rotta, anche per il 2025 Poste conferma una traiettoria di crescita, con utile netto atteso a 2,1 miliardi. Numeri che hanno consentito a Del Fante di impegnarsi "a rivedere al rialzo la politica dei dividendi, con un pay-out ratio strutturalmente incrementato al 70%, che si traduce in oltre 7,5 miliardi di dividendi cumulati nel periodo 2024-2028, rispetto all’obiettivo originario di 6,5 miliardi".
Poste centra così con due anni di anticipo gli obiettivi del Piano industriale 2024-2028 ‘The Connecting Platform’, senza considerare la "partnership industriale" con Tim grazie al recente ingresso in Telecom Italia rilevando da Cdp quasi il 10% del capitale. "Finora – ha chiarito Del Fante – non sono state considerate sinergie di Poste con Tim" ma in prospettiva "vogliamo essere un partner industriale", e oltre alle sinergie più immediate sul lato dei costi possono essercene sul lato dei ricavi, "che sono una sfida maggiore".
Positiva la reazione di Piazza Affari, dove ieri il titolo Poste ha chiuso la seduta guadagnando il 2,64% a 14,94 euro.