Lisbona, 3 ottobre 2023 – Stop alle esenzioni fiscali del Portogallo per i pensionati stranieri a partire dal 2024. La decisione è stata annunciata dal primo ministro portoghese Antonio Costa, spiegando che continuare a concedere agevolazioni contribuirebbe a far salire i prezzi degli immobili, proprio nel mezzo di una crisi immobiliare. "Il mantenimento di questa misura in futuro equivarrebbe a prolungare una fonte di ingiustizia fiscale ingiustificata e sarebbe un modo indiretto per continuare a far aumentare i prezzi nel mercato immobiliare", ha dichiarato Costa in una conferenza stampa.
Costa ha precisato, però, che le esenzioni già concesse rimarranno in vigore e quindi lo stop varrà soltanto per i nuovi arrivati.
Precedenti incentivi e bonus
Il Portogallo aveva varato fin dal 2009 una serie di incentivi e bonus per chi si trasferiva nel Paese, con il solo vincolo di risiedere là per almeno sei mesi all’anno. A partire dal 2012 aveva introdotto l’esenzione fiscale totale per le pensioni estere, nell’intento di attirare capitali esteri in Portogallo, allora duramente colpito dalla crisi del debito, ma il governo di sinistra aveva già attenuato nel 2020 le agevolazioni, proprio per contrastare gli effetti indesiderati, primo fra tutti il boom dei prezzi degli immobili che danneggiava i portoghesi. Da allora, si è passati da un’esenzione totale a un’aliquota fiscale ridotta del 10% per i nuovi arrivati possono beneficiare. Di queste agevolazioni hanno beneficiato pensionati francesi e britannici, ma soprattutto italiani.
I pensionati in Portogallo
Almeno 15.000 sono i pensionati che hanno usufruito dell’esenzione totale, 7.000 dei quali italiani, e si sono stabiliti soprattutto nella regione di Lisbona o nelle località balneari dell’Algarve, di fatto contribuendo alla ripresa del mercato immobiliare fino al boom attuale.
I vantaggi per i pensionati erano evidenti: i governi di Lisbona e Roma avevano sottoscritto nel 1976 un regime per evitare la doppia imposizione fiscale, per cui i pensionati espatriati pagavano le tasse solo in Portogallo, beneficiando al contempo di un costo della vita più basso rispetto all’Italia. Unica condizione imposta da Lisbona ai nuovi arrivati (oltre a trascorrere nel Paese almeno sei mesi, anche non consecutivi) è l’acquisto di una casa o la sottoscrizione di un contratto di affitto.
Ma proprio quest’ultima condizione ha prodotto effetti alla lunga distorsivi: secondo uno studio della Fondazione portoghese Francisco Manuel dos Santos, tra il 2012 e il 2021 il costo degli alloggi è aumentato del 78% in Portogallo, rispetto al 35% nell’intera Ue. Restano, però, altri "paradisi fiscali" come Malta, Romania e Slovacchia.