Giovedì 18 Luglio 2024

Profitti, produzione e investimenti: il semestre in negativo delle pmi artigiane lombarde

Il presidente Eugenio Massetti: “Anni di aumenti vertiginosi di materie prime, energia e costo della manodopera hanno ridotto i margini, e poi ci sono da considerare le conseguenze della stretta monetaria”

Le pmi artigiane e lombarde scontano una serie di problemi, fra cui le conseguenze della stretta monetaria

Le pmi artigiane e lombarde scontano una serie di problemi, fra cui le conseguenze della stretta monetaria

Milano, 18 luglio 2024 – Margini di profitto, ordini ricevuti, produzione e investimenti. I quattro elementi che contraddistinguono lo stato di salute delle piccole e medie imprese, soprattutto artigiane, del territorio lombardo stanno vivendo un momento di difficoltà. Secondo la rilevazione di  Confartigianato Lombardia, infatti, nei primi sei mesi di quest’anno (gennaio-giugno) i margini di profitto hanno subito una contrazione del 38,8%, mentre gli ordini ricevuti si sono ridotti del 23,9%. Stesso segno negativo di conseguenza per produzione e investimenti. La prima ha registrato un -20,1%, mentre il dato degli investimenti è del -17,9%“Ciascuno di questi elementi è interconnesso – spiega il presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti –. Abbiamo attraversato anni di aumenti, anche repentini e vertiginosi, di materie prime, energia e costo della manodopera, aspetti che hanno portato alla riduzione della marginalità. Altro elemento centrale è la stretta monetaria che ha fatto schizzare i costi del credito e ridotto i finanziamenti concessi; ora ne scontiamo gli effetti sugli investimenti che vediamo in netto calo. Bisogna correre ai ripari perché chi non investe, in particolare nel processo di transizione ecologica e digitale rischia di essere tagliato fuori dal mercato”.  I problemi non sono purtroppo di sola natura macroeconomica ma toccano anche la “carne viva” delle imprese artigiane. 

La difficoltà a trattenere il personale

"Se c’è un fattore che gli imprenditori, trasversalmente e a prescindere dal settore, sottolineano è quello di una diffusa fatica nel trattenere personale e attrarre nuove risorse, soprattutto qualificate. Ne risente, di conseguenza la capacità di produrre e far fronte agli ordini che si dilazionano nel tempo. “Dove hanno potuto, gli imprenditori hanno investito con l’obiettivo di incrementare i livelli di produttività del personale in forza, con un aumento del fatturato pro-capite, e tale visione si è rivelata soddisfacente soprattutto laddove ci si è concentrati su ricerca e sviluppo di nuove tecnologie – continua Massetti –. Elemento nodale, che la nostra rilevazione sottolinea con forza, è l’importanza delle persone che lavorano nelle pmi e con gli artigiani”.  Anche questi primi sei mesi dell’anno sono stati caratterizzati dalla difficoltà a reperire manodopera, per lo più specializzata. Tra le principali cause identificate dagli imprenditori per la maggiore vengono segnalate: i percorsi scolastici non adeguati a formare le competenze di cui necessitano le imprese (53,5%), la concorrenza grandi imprese in grado di offrire fin da subito contratti e retribuzioni migliori (43,6%) e il pregiudizio verso l’artigianato e

le piccole imprese (42,2%).

ll presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti
ll presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti

Cosa succederà nella seconda metà dell’anno 

Ma, in prospettiva, cosa accadrà nella seconda metà dell’anno? Tra le pmi lombarde prevale la cautela nel fare previsioni rispetto all’andamento di produzione, margini, personale, costi e ordini nei prossimi sei mesi dell’anno. Negativi i saldi dei margini di profitto, a fronte di aspettative ancora elevate del peso dei costi, e degli ordini a causa della condizione di difficoltà con cui convive il manifatturiero. è infatti quest’ultimo il comparto per cui si rilevano aspettative peggiori con diversi saldi preceduti da segno meno: produzione (-5,5 p.p.), personale in forze (-3,4 p.p.) e ordini (-8,8 p.p.). Per le costruzioni le condizioni sembrano per lo più migliorative, anche in termini di ordini. Mentre i servizi, anche in vista dei mesi estivi, sono quelli che presentano le aspettative migliori rispetto a come si chiuderà l’anno. “Nel prossimo futuro una quota più elevata di piccole e medie imprese, pari al 37,5%, ritiene importante migliorare gli aspetti legati alla comunicazione, anche per incrementare l’attrattività dell’impresa agli occhi delle nuove generazioni”. Una quota pari al 33,1%, che identifica come obiettivo rilevante l’affacciarsi su nuovi mercati e una quota infine pari al 21,5%, che intende rafforzare la collaborazione con le scuole.