Roma, 10 gennaio 2024 – Il titolo Pirelli ieri ha dominato Piazza Affari, in vetta al Ftse Mib con un rialzo di quasi il 4% a 5,168 euro sui massimi di giornata. A guidare gli acquisti la mossa di Marco Tronchetti Provera che, attraverso la holding Camfin, e con due operazioni distinte, ha portato la partecipazione detenuta nella società della Bicocca dal 14,1% a circa il 20,58% del capitale. Tale soglia, considerando anche il patto triennale siglato con Brembo sul 6% di Pirelli, porta il blocco degli azionisti italiani verso il 26% del capitale.
Una doppia mossa che blinda i soci italiani
Già lo scorso giugno il governo Meloni aveva fatto ricorso ai poteri speciali previsti dal "golden power" per "limitare" l'influenza cinese, allo scopo di approntare una rete di misure complessivamente operanti a tutela dell’autonomia della società e del suo management nonché a protezione delle tecnologie e delle informazioni di rilevanza strategica possedute dalla società. Una scelta che ha attribuito alla holding Camfin, controllata da Tronchetti Provera, il diritto di nominare il prossimo ceo e quattro membri del Cda. Lo scorso ottobre, poche settimane dopo la mossa dell'esecutivo per proteggere le tecnologie e l'autonomia della Bicocca, da parte cinese non è stato rinnovato il patto parasociale tra Sinochem (37%) e Silk Road Fund (Srf), azionista con il 9% circa, scatenando le speculazioni su una loro prossima uscita dalla Pirelli.
Nel 2015 Pirelli in mani cinesi
Era il 2015 quando il gruppo leader nei pneumatici, orgoglio dell'industria manifatturiera italiana, era stato venduto dal tycoon Marco Tronchetti Provera al colosso cinese ChemChina per un valore di 7,7 miliardi di dollari. Un'operazione che sin da subito aveva palesato negli investitori e nei politici il chiaro timore che la tecnologia di Pirelli potesse essere trasferita al gruppo cinese, che oggi è controllato dal campione di casa Sinochem.
Le due operazioni di Tronchetti Provera
Le due operazioni che hanno permesso a Tronchetti Provera e alla holding Camfin della catena di controllo di salire nel capitale di Pirelli sono le seguenti: da un lato, MTP SpA, mediante aumento di capitale, ha rilevato una partecipazione che tramite meccanismi statutari, garantisce il controllo di Longmarch, veicolo che faceva capo alla famiglia cinese Niu. Una mossa che ha garantito il controllo da parte di Marco Tronchetti Provera della società Longmarch e, dunque, del 3,68% che il gruppo detiene in Pirelli.
La prima operazione
“MTP SpA assume il controllo di Longmarch, titolare del 3,68% di Pirelli“, si legge infatti nel comunicato, che rimarca come questa operazione – disciplinata da un accordo sottoscritto in data odierna tra CAA, Camfin, LMHK, Longmarch e MTP SpA (‘Accordo’) – sia basata “sulla partnership ventennale tra il dottor Tronchetti Provera e l’imprenditore cinese Mr. Niu ed è coerente con le originali previsioni degli accordi sottoscritti nel 2020 tra Camfin e Longmarch (‘ISA 2020’ poi modificato il 30 giugno 2021 ‘ISA 2021’), che prevedevano l’impegno di Longmarch a negoziare in buona fede un accordo riguardante il conferimento del 3,68% di Pirelli nel gruppo Camfin”.
La seconda operazione
Con la seconda operazione Camfin Alternative Assets, controllata da Camfin, ha acquistato il 2,8% di Pirelli. L’acquisto della quota è avvenuto “in virtù della delibera del CdA di Camfin comunicata al mercato lo scorso 19 settembre 2023 che ha autorizzato l’acquisto di azioni Pirelli fino a un massimo del 5% del capitale di Pirelli entro un anno dalla delibera”. “L’acquisto – si legge ancora nella nota della società di Marco Tronchetti Provera – è stato finanziato tramite un aumento di capitale di CAA pari a 125 milioni di euro, incluso sovrapprezzo, sottoscritto per 17,3 milioni di euro da Camfin e per 107,8 milioni di euro da Longmarch”.