Giovedì 19 Dicembre 2024
ELENA COMELLI
Economia

Pirelli, sì al cda del golden power Meno spazio ai soci cinesi

Jiao Jian eletto presidente, Cafim indica Casaluci come nuovo ad: giovedì il voto della governance

Pirelli, sì al cda del golden power Meno spazio ai soci cinesi

di Elena Comelli

La saga degli pneumatici è arrivata all’ultima puntata: ieri l’assemblea degli azionisti di Pirelli ha nominato il consiglio di amministrazione per il triennio 2023-25, frutto del nuovo patto parasociale tra Sinochem e Camfin, su cui il governo italiano ha esercitato i poteri di golden power. All’assemblea ha partecipato l’84,16% del capitale con diritto di voto. La lista di maggioranza ha ottenuto il voto dall’83,82% del capitale presente e sono risultati eletti Jiao Jian (nominato presidente del consiglio di amministrazione), Marco Tronchetti Provera, Andrea Casaluci, Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian, Alberto Bradanini Alberto, Michele Carpinelli, Domenico De Sole, Fan Xiaohua, Marisa Pappalardo e Tang Grace. Eletti nella lista di minoranza, presentata da gestori e investitori istituzionali, Roberto Diacetti, Paola Boromei e Giovanni Lo Storto. La prima riunione del nuovo cda si riunirà il 3 agosto, per deliberare sulla governance della società e, in particolare, sulla nomina del vice presidente esecutivo, che sarà Marco Tronchetti Provera, e dell’amministratore delegato che sarà Andrea Casaluci, su indicazione del socio Camfin. Il mercato non ha gradito e ieri Pirelli ha perso in Borsa l’1,36%.

Il nuovo patto parasociale è stato imposto dal governo su sollecitazione di Tronchetti Provera (che guida la società dal 1992), per evitare l’entrata in vigore del patto stretto nel 2022, con cui i soci italiani Mtp (Marco Tronchetti Provera) e Camfin (14% di Pirelli) dovevano perdere un consigliere, passando da 4 a 3, mentre ne doveva guadagnare uno l’azionista cinese Cnrc, società del gruppo ChemChinaSinochem (37% tramite il veicolo Marco Polo), salendo da 8 a 9.

La prescrizione più significativa imposta dal governo prevede che "l’amministratore delegato di Pirelli sia tratto dalla lista di maggioranza sia indicato dal socio Camfin". In pratica questa prescrizione modifica il patto di sindacato firmato nel maggio 2022 tra Sinochem e Camfin, secondo cui a partire dal 2026 l’indicazione dell’ad di Pirelli non spettasse più al socio italiano. Nella sostanza, invece, su dodici amministratori tratti dalla lista di maggioranza, quattro dovranno essere indicati da Camfin, lasciandone dunque solo otto ai cinesi (e non nove come previsto dal patto).

Di più. I cinesi devono impegnarsi a reintrodurre la carica del direttore generale cui affidare l’implementazione del business plan, del budget e la gestione ordinaria di Pirelli. Tutte le figure con deleghe dell’azienda dovranno inoltre essere scelte tra gli amministratori di emanazione Camfin e tutti i direttori e vicedirettori dell’azienda dovranno essere scelti o dal vicepresidente esecutivo (oggi è Tronchetti) o dall’ad (che nel prossimo triennio dovrebbe essere Andrea Casaluci, indicato da Tronchetti). Giorgio Bruno, che doveva essere il nuovo ad, ha lasciato la compagnia dopo la decisione del governo di esercitare il golden power.

Molto stringenti sono anche le prescrizioni che riguardano i settori strategici (energia, telecomunicazioni, comunicazioni), sui quali le decisioni devono essere prese con una maggioranza di 45 del consiglio di amministrazione. Immediata la reazione del governo cinese, che dopo la decisione del governo Meloni, attraverso un commento di stampa, ha fatto sapere: "La mossa italiana indubbiamente soffoca in modo irragionevole un’azienda cinese". Ora il rischio concreto è che vengano danneggiate le imprese italiane con attività in Cina.