Lunedì 3 Febbraio 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Pillole dai mercati agrifood: il caffè resta nell'occhio del ciclone, quotazioni da record

I prezzi della miscela ‘arabica’ sono aumentati del 14%, toccando un nuovo record. Quotazioni al rialzo anche per il pomodoro da industria e per il frumento tenero

Una tazzina di caffè

Una tazzina di caffè

Roma, 4 febbraio 2025 – La ‘tazzulella 'e cafè’, come cantava Pino Daniele nella hit che lo rese celebre, rischia di farsi sempre più amara: sembra inarrestabile, infatti, la corsa delle quotazioni del caffè sui mercati internazionali. Lo conferma il monitoraggio rilasciato oggi dagli esperti di Areté, società indipendente di analisi e previsione sui mercati delle materie prime agrifood. Oltre alla bevanda simbolo dell’italianità - per la quale si paventano aumenti fino a 2 euro della tazzina servita al bar - il focus di questa settimana è completato dal pomodoro da industria (la cui produzione è prevista in incremento in Italia, ma in calo a livello globale) e dal frumento tenero, le cui quotazioni sono stabilmente al rialzo dall’inizio della campagna, la scorsa estate. Caffè alle stelle: polverizzati tutti i record precedenti Solo negli ultimi dieci giorni, i prezzi della miscela ‘arabica’ sono aumentati del 14%, toccando un nuovo record (oltre 370 dollari/libbra). Mediamente, a gennaio 2025, i prezzi segnano un +80% rispetto a gennaio 2024. Si consolida così un trend inflattivo pluriennale: siamo infatti a +200% da inizio 2020. Le analisi Areté mostrano come, nell’ultimo report del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, dal titolo “Coffee: World Markets and Trade”, il mercato del caffè registri, a livello globale, il quarto deficit consecutivo nella campagna 2024/25. Tale deficit comporterebbe un’ulteriore erosione delle scorte, che si attesterebbero al livello più basso dalla campagna 1999/00 (20,9 mio-bags). I prezzi, che avevano in buona parte già scontato gli squilibri tra domanda e offerta 24/25, sono condizionati anche dalle aspettative sui livelli di offerta 25/26, soprattutto in Brasile. Qui, Conab (Companhia Nacional de Abastecimento) ha pubblicato le prime previsioni sulla produzione brasiliana di caffè per la campagna 25/26: l’ipotesi è di un -12,4% per la varietà arabica. Pomodoro da industria: aumenta la produzione attesa in Italia, cala del 40% quella cinese È stato definito in tempi assai rapidi l’accordo tra parte agricola e industriale sul prezzo del pomodoro da industria 2025, fissato a 145 euro/tonnellata del bacino Nord Italia, +25% rispetto alla media quinquennale (e +5% circa rispetto ai prezzi pagati nel 2024, quando l’intesa era mancata). Come evidenziato da Areté, l’Associazione internazionale mediterranea dei pomodori trasformati (Amitom) ha pubblicato la prima previsione di produzione per il 2025/26 nei Paesi membri, indicando livelli complessivamente in calo del 5% rispetto al 2024. Spicca l’incremento produttivo atteso per l'Italia (+6%), il principale produttore europeo e terzo produttore mondiale, accompagnato da maggiori produzioni in Iran (+43%), Egitto (+25%) e Francia (+7%), che andrebbero a compensare i cali previsti in Spagna (-22%), Turchia (-4%), Portogallo (-7%), Tunisia (-15%) e Grecia (-12%). Negli Stati Uniti è stato raggiunto un accordo per la contrattualizzazione di 9,25 milioni di tonnellate per la raccolta californiana 2025 (-10% rispetto ai contratti 2024), mentre le prime aspettative per la Cina vanno nella direzione di un marcato calo produttivo, che potrebbe raggiungere addirittura il -40%. Frumento tenero: prosegue il trend rialzista Il mercato del frumento tenero ha intrapreso un trend al rialzo fin dall'inizio della campagna, la scorsa estate. Le analisi Areté rilevano che, tra luglio e dicembre, le quotazioni hanno registrato un aumento del +13% per il frumento tenero nazionale di qualità panificabile su base media mensile, mentre i rialzi sono stati meno marcati sul mercato finanziario Euronext (+2%). Ma le tensioni proseguono su tutte le piazze anche a gennaio. All'interno di un blocco esportatore di frumento come l'Unione Europea, i Paesi importatori netti come la Spagna e l'Italia hanno scontato, fin da inizio campagna, la minore produzione del continente (-11% rispetto alla stagione 2023; -27% per la Francia, primo Paese esportatore dell'Ue) e stanno scontando, in particolare da novembre in avanti, il rallentamento delle esportazioni dall'area del Mar Nero. Tale flessione è la conseguenza di un ritmo di export molto marcato nei primi mesi di campagna, sia pur a fronte di una minore disponibilità di prodotto. Le esportazioni ucraine, a dicembre 2024, sono infatti risultate in calo del 29% rispetto al mese precedente e del 50% rispetto alla media triennale.