Domenica 24 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Il Pil si ferma dopo 3 anni. Confindustria: "Se non si crescerà è colpa solo del governo"

Lo stop nel terzo trimestre. Di Maio: "Responsabilità del Pd". Padoan: "Accusa risibile". Borsa nervosa, lo spread chiude a 312

Indici di Borsa (Ansa)

Indici di Borsa (Ansa)

Milano, 30 ottobre 2018 - Lo stop del Pil italiano innervosisce i mercati e innesca la reazione di Confindustria. Le stime dell'Istat sono poco rassicuranti: nel terzo trimestre del 2018 il prodotto interno lordo (Pil) è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente e il tasso tendenziale di crescita risulta pari allo 0,8%.  E' la prima volta che il Pil si ferma dopo tre anni. "C'e una divergenza di spiegazioni economiche in questo governo su cui bisogna cominciare a chiarire che se i risultati della crescita non ci saranno nei prossimi mesi é colpa esclusiva di questo governo e della politica economica che realizza, non di altri", spiega il numero uno di viale dell'Astronomia, Vincenzo Boccia, a Ivrea per l'assemblea di Confindustria Canavese. "Siamo a disposizione del Paese e del Governo - dice - per fare proposte che non antepongano le ideologie alle spiegazioni economiche". 

BORSA  - Dopo un lunedì positivo per la Borsa, questa mattina lo spread torna a sfondare i 300 punti, toccando quota 311 nel pomeriggio, per poi chiudere sui massimi a 312 punti col rendimento del decennale del Tesoro in crescita al 3,49%. Tensioni anche a Piazza Affari che arriva a perdere lo 0,63%, invertendo la rotta proprio dopo la diffusione dei dati sul Pil. Quindi risale e viaggia poco sopra la parità all'ora di pranzo, per poi scendere nuovamente nel pomeriggio ai livelli della mattina, e chiudere infine a -0,22%

ECONOMIA "STAGNANTE" - Frena dunque l'economia italiana nel terzo trimestre dell'anno. "La dinamica dell'economia italiana è risultata stagnante - spiega l'Istat - segnando una pausa nella tendenza espansiva in atto da oltre tre anni. Giunto dopo una fase di progressiva decelerazione della crescita tale risultato implica un abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che passa allo 0,8% dall'1,2% del secondo trimestre", conclude l'istituto. La crescita nulla registrata dall'Istat è la prima variazione "zero" a partire dal quarto trimestre 2014. La ripresa iniziata nel 2014, nel complesso, ha portato a una risalita del Pil del 4,9%. Il dato rimane comunque inferiore dello 0,3% rispetto al picco del 2011. In particolare, fa sapere l'Istituto, "cala il valore aggiunto dell'industria rispetto al trimestre precedente, mentre aumenta nel comparto dell'agricoltura, sivicoltura, pesca e servizi. Dal lato della domanda - aggiunge l'Istat - la stima provvisoria indica un contributo nullo sia della componente nazionale, sia della componente estera netta". 

CONFINDUSTRIA: "NEL 2019 CRESCITA BEN AL DI SOTTO DELL'1%" - Nel 2019 il Pil crescerà "ben al di sotto dell'1%", un dato molto lontano dall'1,5% previsto dal Governo. È la stima formulata da Andrea Montanino, capo economista di Confindustria. Il dato congiunturale non sorprende Montanino che spiega: "È in atto un rallentamento dell'economia europea, lo diciamo da mesi, che si ripercuote sull'economia nazionale. Il tema vero - aggiunge - è cosa succede il prossimo anno, l'effetto trascinamento sul 2019 peggiora e la manovra non avrà effetti espansivi rilevanti". L'ultima previsione del Centro studi di Confindustria indicava una crescita dello 0,9% il prossimo anno, ma a questo punto non si esclude che possa addirittura essere inferiore. Le misure della manovra lasciano freddo il capo economista di Confindustria: "Non ci sono interventi pro-imprese - dice Montanino -. Il reddito di cittadinanza non avrà effetti espansivi, e comunque ci vorrà tempo visto il meccanismo complesso", conclude. Da Ivrea all'assemblea di Confindustria Canavese anche il presidente Vincenzo Boccia si sofferma sul tema rilancio dell'economia: "Nel Paese - dice Boccia - bisogna rimettere il lavoro al centro dell'attenzione. Non ci sembra, a partire da ieri con la Lione Torino che si voglia andare verso questa direzione e aprire il Paese all'idea di Europa di cui abbiamo bisogno per essere competitivi dal di fuori dei cancelli delle fabbriche e costruire un Paese più ricco in modo da ridurre i divari". 

CONTE: "STOP CONGIUNTURALE PREVISTO" - "È uno stop congiunturale, l'avevamo previsto. Per questo abbiamo deciso una manovra espansiva. La manovra mira a invertire questo trend". Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a margine dei lavori del Tech Summit. 

I COMMENTI DI SALVINI E DI MAIO - Anche dal vicepremier Luigi Di Maio arriva il commento sulle stime dell'Istat: "Purtroppo dal punto di vista internazionale c'è stata una serie di fattori - dice Di Maio a margine dell'audizione al Copasir - che incidono sulla congiuntura economica generale. Ma vedrete che con la 'manovra del popolo' non solo il Pil ma la felicità dei cittadini si riprenderà". Poi su Facebook chiarisce: "È bene che tutti sappiate che il risultato del 2018 dipende dalla Manovra approvata a dicembre 2017, che è targata Partito Democratico. Tutti sanno che la nostra manovra deve ancora essere approvata e non può aver avuto nessun effetto sul rallentamento in atto". In serata la replica dell'ex ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. 

Per il ministro dell'Interno Matteo Salvini, invece, "se il Pil rallenta perché quelli di prima obbedivano a Bruxelles è motivo in più per tirare avanti" con la manovra". Così afferma il vicepremier Salvini in diretta Facebook dal Qatar.