Roma, 3 dicembre 2023 – "Nel lungo periodo i mercati azionari crescono sempre". È la storia a confermare una delle regole auree della finanza: dal 1871 a oggi, infatti, un orizzonte temporale di 20 anni ha garantito a Wall Street rendimenti reali sempre positivi e nessun asset – né l’oro, né le valute e nemmeno le obbligazioni – ha superato la performance delle azioni. Dalla storia alla cronaca, che registra un vero e proprio boom dei mercati europei, in modo particolare Piazza Affari, dove dall’inizio dell’anno l‘indice Ftse Mib ha guadagnato il 26,24%, toccando quota 29.928 punti e confermandosi la migliore piazza finanziaria del vecchio continente. La Borsa di Milano è ai massimi degli ultimi 15 anni, sui livelli antecedenti la grande crisi finanziaria del 2008, quella dei mutui ‘subprime’.
Meglio di Piazza Affari quest’anno hanno fatto solo il Nasdaq di New York (+36,6%) e Tokyo (+28,12%), mentre Madrid ha guadagnato il 23,23%, Francoforte il 17,77% e Parigi il 13,48%. Per queste ultime due piazze i record di sempre sono stati raggiunti nei mesi scorsi: la Borsa tedesca ha chiuso la settimana con un +1,06% a 16.386 punti, dopo aver toccato i 16.469 punti lo scorso 31 luglio, e Parigi ha guadagnato lo 0,49% a 7.346 punti, ma lo scorso 24 aprile era a 7.573 punti.
Tra le cause dei recenti rialzi, l’ottimismo dei mercati sulle prossime decisioni delle banche centrali in merito ai tassi d‘interesse, che dovrebbero iniziare a scendere anche alla luce degli ultimi dati sull’inflazione in netto calo, e la stagione delle trimestrali, molto positiva soprattutto per il comparto bancario.
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Si è ridotta, inoltre, la tensione sui titoli di Stato, come evidenziato dalla dinamica degli spread. Quello italiano ha chiuso la settimana in calo a 173,3 punti, contro i 177,5 dell‘apertura e i 177 segnati nella vigilia in chiusura. Il rendimento è sceso di 12,9 punti al 4,09%, mentre l‘analogo dato tedesco è sceso di 8,6 punti al 2,35%. In calo anche i rendimenti in Francia (-9,6 punti al 2,92%), negli Usa (-11 punti al 4,21%) e in Spagna (-11,3 punti al 3,35%).
A frenare l‘euforia dei mercati ci ha pensato il presidente della Fed Jerome Powell, che ritiene prematuro un allentamento della stretta monetaria. A suo dire, i rischi per l‘economia sono oggi "più bilanciati", ma la banca centrale Usa è pronta ad aumentare ancora i tassi se sarà necessario. Secondo Powell "il recente calo dell‘inflazione è una buona notizia, ma deve continuare" e la Fed non intende modificare l‘obiettivo del 2%. Sul fronte Bce, occhi puntati sul discorso di domani della presidente Christine Lagarde a Parigi, l’ultimo prima della riunione del 14 dicembre nella quale Francoforte potrebbe dare segnali di cambiamento della politica monetaria restrittiva.