Roma, 10 settembre 2024 – L’economia moderna fortemente globalizzata è soggetta a fenomeni secondo i quali l’aumento del prezzo di un dato bene può avere ripercussioni molto ampie, sia a livello specifico che generale. È il caso ad esempio del petrolio, il cui aumento di prezzo comporta la crescita del costo dei beni energetici e del tasso di inlrazione. Più nello specifico, è stato stimato dalla Banca centrale europea che negli ultimi anni la crescita del 10 per cento del petrolio ha portato i beni energetici a costare un più 0,4 per cento, con l’aumento generale dei prezzi stimato allo 0,2 per cento. C’è, dunque, una stretta connessione tra il prezzo del petrolio e l’andamento dell’inflazione.
Petrolio e inflazione, il collegamento
Il prezzo del petrolio incide fortemente sull’inflazione in quanto una crescita del primo porta all’innalzamento dell’indice generale dei prezzi, con i conseguenti rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali che intendono frenare la spinta inflazionistica. Per provare a spiegare i motivi di quanto affermato, è necessario partire da una conoscenza più approfondita dell’inflazione. Questa può essere di due principali tipologie:
- da offerta, ovvero quando crescono i costi di produzione o diminuisce la capacità produttiva. Tale scenario ha diverse origini, come eventi geopolitici inattesi o l’aumento dei costi delle materie prime (come il petrolio). Qui la correlazione in esame prende forma, in quanto il costo del petrolio non incide solo sui rifornimenti di benzina, ma coinvolge praticamente tutti i settori, dal manifatturiero all’alimentare passando per l’agricolo. Le aziende produttrici spendono dunque di più per produrre, con la spesa aggiuntiva che finisce per appesantire il prezzo finale al consumatore che, dunque, per la stessa quantità di beni spende di più (riduzione del potere d’acquisto dei consumatori). Se, al contrario, le aziende non fanno ricadere i maggiori costi produttivi sui consumatori finali si verifica una riduzione della capacità produttiva, così come dei guadagni. Il risultato in questo caso è una decrescita dell'economia;
- core, ovvero che tiene conto dell’andamento dei prezzi escludendo quelli dei beni energetici e alimentari. In questo caso l’impatto dell’aumento del costo del petrolio sull’inflazione è minore, con il collegamento che, per la Banca d’Italia, si concretizza solo in via indiretta attraverso fattori macroeconomici.
Petrolio e inflazione, alcuni cenni storici
La correlazione tra aumento del prezzo del petrolio e quello dell’inflazione è visibile chiaramente in alcuni eventi storici particolarmente noti. Negli Stati Uniti, ad esempio, nel periodo compreso tra il 2002 e il 2008 il pesante shock petrolifero ha avuto un impatto significativo sull’inflazione da offerta, lasciando tuttavia limitati gli effetti su quella core.
Negli anni ‘70 del secolo scorso, la guerra dello Yom Kippur portò i Paesi Opec ad aumentare il prezzo del petrolio a livello globale e a prevedere la riduzione del 25 per cento delle esportazioni della materia prima. Questa pesante crisi petrolifera venne ulteriormente aggravata dal fatto che la presidenza americana Nixon decise di stoppare la conversione del dollaro in oro, con il conseguente innalzamento del prezzo del petrolio da parte dei Paesi arabi per compensare la svalutazione del dollaro (valuta scelta per l’acquisto del petrolio).
Una tempesta perfetta che impose ai cittadini un minor consumo di energia e condusse l’economia verso la stagflazione, cioè la combinazione tra inflazione record e bassa crescita economica.