Da un lato c’è chi è convinto che il salario minimo a 9 euro combatterebbe il lavoro povero, dall’altro c’è chi pensa che incrementerebbe il lavoro in nero e lo sfruttamento. Secondo l’Inps il 18,4% dei lavoratori italiani – oltre 4 milioni di persone – guadagnerebbe uno stipendio più alto con il salario minimo. Guardando ai contratti nazionali (dati Adapt), i settori più pagati che oggi superano i 9 euro lordi orari sono il chimico-farmaceutico, quello meccanico, quello alimentare e la grande distribuzione. Tra i lavoratori delle cooperative meno pagati troviamo invece i settori turistico, domestico, pulizie, vigilanza, lavoratori agricoli e rider. Tra i contratti peggiori emerge quello della vigilanza (5 euro l’ora). A seguire le pulizie con 6,52 euro l’ora e impiegati nel tessile con 7,09 euro l’ora. Neanche il turismo si salva: 7,28 euro per ora. Se la proposta passasse, 1,9 milioni di italiani che lavorano a tempo pieno vedrebbero il proprio stipendio aumentare a 1.550 euro lordi al mese. Secondo una ricerca dui The Adecco Group, per il 61% dei lavoratori l’attuale stipendio non è sufficiente per far fronte ai rincari e più di 8 su 10 si dichiarano favorevoli al
salario minimo. Il 79% lo considera uno strumento di equità e il 9% è favorevole purché sia al contempo incentivata la produttività delle aziende. Il 5% rimane più scettico, richiamando la contrattazione sindacale. Contrario invece il 7%: non è una priorità per il Paese.