Giovedì 20 Febbraio 2025
CLAUDIA MARIN
Economia

Pensioni, Corte Costituzionale: “Giusto il raffreddamento della rivalutazione di quelle medio-alte”

Bocciati tutti i ricorsi presentati contro il taglio previsto dalle leggi di Bilancio del governo Meloni degli ultimi anni, ma non da quelle per il 2025

La Corte costituzionale boccia tutti i ricorsi presentati contro il taglio delle rivalutazioni delle pensioni medio-alte

La Corte costituzionale boccia tutti i ricorsi presentati contro il taglio delle rivalutazioni delle pensioni medio-alte

Roma, 14 febbraio 2025 – La Corte costituzionale boccia tutti i ricorsi presentati contro il taglio delle rivalutazioni delle pensioni medio-alte rispetto all'inflazione previste dalle leggi di Bilancio del governo Meloni degli ultimi anni, ma non da quelle per il 2025. Si tratta – spiegano i giudici della Consulta – di interventi legittimi. Gli ex presidi, ma anche altre categorie di dirigenti, che, attraverso la Corte di Conti, avevano presentato ricorsi contro le norme incriminate, dunque, non potranno chiedere nessun risarcimento o rimborso delle decurtazioni subite. Ma vediamo in dettaglio i termini della decisione della Consulta.

La legge di Bilancio per il 2023, nell'introdurre misure di “raffreddamento” della rivalutazione automatica delle pensioni superiori a quattro volte il minimo Inps, non ha leso i principi di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza posti a garanzia dei trattamenti pensionistici. Sono state dichiarate non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate da alcune sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei Conti. Secondo la Corte, il meccanismo legislativo “non è irragionevole perché salvaguarda integralmente le pensioni di più modesta entità”.

Per i giudici della Corte il meccanismo di raffreddamento, per un periodo limitato, riduce progressivamente la percentuale di indicizzazione al crescere degli importi dei trattamenti, in ragione della maggiore resistenza delle pensioni più elevate rispetto agli effetti dell'inflazione. Le scelte del legislatore – per i giudici costituzionali – risultano coerenti con le finalità di politica economica, chiaramente emergenti dai lavori preparatori e legittimamente perseguite, volte a contrastare anche gli effetti di una improvvisa spinta inflazionistica incidente soprattutto sulle classi sociali meno abbienti. Delle perdite subite dalle pensioni non integralmente rivalutate, del resto, il legislatore potrà tenere conto in caso di eventuali future manovre sull'indicizzazione dei medesimi trattamenti.