Roma, 25 ottobre 2023 – Un taglio di circa il 4%. A tanto ammonta la penalizzazione per chi deciderà in andare in pensione con quota 104, nel 2024. Lo si evince dalla bozza della manovra secondo la quale, nel caso di uscita a 63 anni, con almeno 41 anni di contributi, è prevista una riduzione della quota retributiva basata sul rapporto tra il coefficiente di trasformazione per l'età di uscita e quello dell'età di vecchiaia. Per chi matura i requisiti nel 2024, la quota retributiva sarebbe decurtata di circa il 12%. Essendo questa circa un terzo della pensione complessiva l'importo totale sarebbe ridotto del 4%. Un esempio: nel caso di un assegno di 2.500 euro lordi, il taglio sarebbe di 100 euro.
Il disegno della nuova legge di bilancio stringe le maglie per l’uscita (per il 2023 è in vigore quota 103). Stretta in arrivo anche sulle finestre. Per i lavoratori del settore privato si passa dai 3-6 mesi dal momento della maturazione dei requisiti, per il settore pubblico dagli attuali 6-9 mesi. Confermata, a sorpresa, Opzione donna, ma con aumento dell’età a 61 anni per potervi far ricorso: resta il requisito di 35 anni di contributi entro il 2023 e le altre conditio sine qua non (per beneficiarne bisogna essere disoccupate, caregiver o con una invalidità almeno del 74%). Finestra mobile di un anno per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.
Per disoccupati, invalidi (almeno il 74%), lavoratori con impieghi gravosi e caregiver, resta la possibilità di accedere all’Ape sociale con almeno 63 anni e 5 mesi. Tutto questo se la bozza della manovra verrà confermata nella versione definitiva.