Roma, 13 settembre 2024 – Nonostante l'80% degli italiani abbia paura per il futuro dopo il lavoro, temendo di non poter più far fronte alle spese e quindi di dover abbassare il proprio tenore di vita, non è così alta la percentuale di quanti sanno cosa sia la previdenza complementare.
Lo studio dell'Osservatorio Sara Assicurazioni
Secondo uno studio dell'Osservatorio Sara Assicurazioni, infatti, 8 italiani su 10 temono che incontreranno problemi economici non percependo più lo stipendio ma una pensione già prevista come insufficiente, e il 25% addirittura teme di scivolare nella povertà. Resta comunque molto bassa la percentuale di quanti sanno cosa sia la previdenza complementare. Diamone allora una definizione semplificata: si tratta di un “pilastro”, disciplinato dal decreto legislativo del 5 dicembre 2005, che ha lo scopo di integrare la pensione che si percepirà, in modo da assicurare al lavoratore, per il futuro, un livello di tutela pensionistica, oltre alle prestazioni già garantite dal sistema pubblico di base. Dunque, occorre informarsi sui vari metodi esistenti, anche perché solo il 13% degli attuali lavoratori avrà un assegno in grado di mantenere l'attuale tenore di vita, e il 44% teme di dover poi gravare sui familiari per soddisfare le proprie necessità economiche.
I giovani sono i più interessati
A fronte di questo, però, un italiano su tre si dice interessato a valutare opzioni per avere un futuro più sereno, e la percentuale sale nella fascia 25-34 anni. Oltre il 60% degli intervistati, inoltre, si è detto desideroso di acquisire in futuro un maggior livello di cultura previdenziale anche attraverso la consulenza di esperti. “Poter disporre di una rendita integrativa alla pensione di base è oggi quanto mai importante e lo sarà sempre di più. E' cruciale prendere queste decisioni di investimento fin da giovani, perché l’orizzonte temporale di più lungo periodo offre l’opportunità di accumulare un capitale maggiore con cui affrontare in modo sereno il proprio futuro”, ha dichiarato il direttore Vita di Sara, Emiliano De Salazar.
Piani individuali assicurativi, conti di deposito e fondi pensione
E fra le soluzioni a disposizione per integrare la propria futura pensione, i preferiti sono i piani individuali pensionistici assicurativi (28%), seguiti dai conti deposito (23%). Sul gradino più basso del podio troviamo i fondi pensioni aperti (22%), incalzati dalle polizze vita (17%). Resta comunque ancora un rapporto conflittuale, quello degli italiani con la previdenza complementare, se si considera che abbiamo da un lato tantissimi lavoratori spaventati da un futuro con poche certezze, e dall'altro un immobilismo che non potrà certo risolvere le cose. Infatti, calcolando il totale degli aderenti alle varie forme di previdenza complementare, e le masse gestite, si ottiene una media per sottoscrittore di poco più di 22mila euro, troppo poco per integrare in maniera adeguata l'assegno pensionistico.