Martedì 16 Luglio 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Pensioni, verso l’estensione di Opzione Donna: via il vincolo dei figli

L’età pensionabile calerebbe a 58 anni ma resterebbe la limitazione legata alle categorie. Probabile ampliamento anche dell’Ape social

Roma, 8 settembre 2023 – Si delinea una possibile estensione di Opzione Donna, con l’eliminazione del vincolo dei figli e con un probabile ampliamento anche dell’Ape sociale. Oltre che con la conferma degli altri interventi per l’uscita anticipata verso la pensione operativi anche quest’anno, a partire da Quota 103 e dal canale agevolato per i lavoratori precoci. Il pacchetto previdenza della manovra per il 2024 si va componendo pezzo dopo pezzo. E, semmai, si tratterà di vedere se le coperture per l’intero capitolo non verranno trovate attraverso una stretta ulteriore (rispetto a quella dello scorso anno) sulle rivalutazioni delle rendite più elevate. Anche per finanziare il riscatto incentivato della laurea per i giovani.

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A confermare l’impianto, del resto, è stato lo stesso sottosegretario all’Economia, Federico Freni, nell’intervista a Qn: “Mi sento però di poter rassicurare sul fatto che gli interventi in vigore, a partire da quota 103, saranno confermati. Sicuramente ci sarà un'attenzione alle donne: non è escluso un intervento su Opzione donna, a tutela delle lavoratrici che usufruiscono di questo canale per l'uscita anticipata”.

Parole che fanno da pendant a quelle di Claudio Durigon, l’altro sottosegretario leghista al Lavoro, che gestisce il dossier. Dunque, a questo punto dell’opera, il fronte della previdenza dovrebbe vedere una novità nell’estensione di Opzione Donna, con la fissazione della soglia di accesso a 58 anni (e non 60), a prescindere dal numero dei figli delle lavoratrici. Ma resterebbe la limitazione legata alle categorie: solo per caregiver, invalide al 74 per cento, licenziate o occupate in imprese in crisi. Il rovescio della medaglia sarebbe, però, sempre costituito dal calcolo contributivo della prestazione, con la conseguenza del taglio del 20 per cento dell’assegno. In ballo anche il possibile ampliamento dell’Ape sociale, con l’inserimento di nuove categorie di lavori gravosi o con la previsione di un acnale da hoc per le donne a partire da 60 anni.