Roma, 15 novembre 2024 – C’è il bonus di 1.500 euro per le scuole private, ma anche un nuovo ritocco per le pensioni minime e la nuova rottamazione delle cartelle spalmata in 10 anni oltre a un aumento del fondo per l’automotive. Degli oltre 4.500 emendamenti alla manovra economica, presentati in Commissione Bilancio della Camera, se ne dovrebbero salvare 600, forse anche di meno. Molto dipenderà dalle coperture che potranno essere individuate dal governo e, soprattutto, dall’esito del concordato preventivo biennale, con incassi che fino ad ora sono rimasti al di sotto delle aspettative: 1,3 miliardi sui 2,5 previsti.
A tenere banco ieri c’è stato l’emendamento di Fdi di dare un bonus fino a 1500 euro a studente da spendere solo in una scuola paritaria. “L’effettivo ammontare del voucher per ogni studente è calcolato sulla base di scaglioni inversamente proporzionali al reddito Isee e nei limiti di un finanziamento complessivo pari ad euro 65 milioni annui”, si legge nel testo. Un provvedimento salutato positivamente dal ministro Valditara ma durante contestato dai sindacati della scuola, in particolare dalla Gilda: “Una notizia che crea sconcerto”. La Lega propone invece di esentare dall’Imu gli istituti parificati.
Novità anche sul fronte della previdenza. Forza Italia propone un piccolo ritocco dal 2,2 al 2,7% degli aumenti per le pensioni minime. Un incremento che, però, secondo i calcoli del M5s, sarebbe di appena 7 euro in più al mese e non più 3 come previsto in un primo momento. “Ridicolo”, sentenzia il leader dei Pentastellati, Giuseppe Conte. Ma non basta. Fratelli d’Italia e Lega chiedono l’apertura di un nuovo semestre di silenzio-assenso per il versamento del Tfr ai fondi di previdenza complementare. L’intervento era stato più volte caldeggiato sia dalla ministra del Lavoro Marina Calderone che dal sottosegretario Claudio Durigon, ma non è confluito nel testo della Manovra. Adesso, invece, gli emendamenti firmati da Walter Rizzetto (FdI) e Tiziana Nisini (Lega) puntano ad aprire un nuovo semestre in cui i lavoratori potranno scegliere se mantenere il trattamento di fine rapporto presso il proprio datore di lavoro o se conferirlo ad una forma di previdenza complementare dallo stesso prescelta. SI va verso rialzo delle risorse per l’automotive, dopo il taglio netto di 4,6 miliardi deciso dal governo al Fondo per il settore. L’annuncio è arrrivato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso nel corso del Tavolo Stellantis: “Destineremo tutte le risorse del fondo, che pensiamo di aumentare nel corso della manovra, sul fronte dell’offerta, a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive”. Complessivamente, la dote prevista nella legge di bilancio potrebbe passare da 200 a 400 milioni di euro. Sul fronte delle tasse, oltre all’ipotesi di Forza Italia di ridurre dal 35 al 33% l’aliquota intermedia dell’Irpef, estendandola fino a 60mila euro di reddito, spunta anche l’emendamento della Lega per spalmare su 10 anni le rate della rottamazione delle cartelle.
Fondi per quasi tre miliardi, infine, al Ponte sullo Stretto. La Lega torna all‘assalto sul suo cavallo di battaglia con un emendamento alla manovra a prima firma del capogruppo Riccardo Molinari che prevede una dote all‘infrastruttura complessiva di circa 14,7 miliardi fino al 2032, di cui 7,7 miliardi presi delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Ipotesi che fa subito gridare allo scandalo le opposizioni, Pd in primis.