Martedì 5 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Pensioni, il governo pensa ai giovani. Si punta a confermare ‘Quota 103’

Oggi il tavolo tra gli esperti dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale e i rappresentanti delle parti sociali

Marina Calderone, ministro del Lavoro

Marina Calderone, ministro del Lavoro

Roma, 11 luglio 2023 – E’ la pensione di garanzia per i giovani l’argomento-chiave del tavolo cosiddetto tecnico convocato per oggi al ministero del Lavoro tra gli esperti dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale e i rappresentanti delle parti sociali. Ma, in realtà, i dirigenti sindacali hanno intenzione di chiedere conto da subito di quali risorse il governo intende mettere in campo per il 2024 per evitare il ritorno della legge Fornero e, dunque, delle uscite direttamente a 67 anni di età o a 41-42 e dieci mesi di contributi. Il confronto, dunque, non dovrebbe limitarsi, come nelle intenzioni dell’esecutivo, alle proiezioni sulla spesa senza che si entri nel dettaglio delle misure da inserire nella legge di Bilancio per il 2024.

L’Osservatorio, infatti, dovrebbe sì, entro 60 giorni dalla sua istituzione, presentare una relazione introduttiva sul monitoraggio della spesa previdenziale. Ma dal fronte di Cgil e Uil, nello specifico, non ci si intende fermare ai soli numeri. "Abbiamo fatto un incontro a gennaio e uno a febbraio e uno due settimane fa nel quale siamo ripartiti da zero – sottolinea la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione – Sono incontri finti. Il sentore è che sulla previdenza ci sia poco più di niente". Gran parte delle risorse, del resto, continuerà a essere drenata dal recupero dell’inflazione che anche se in discesa resta elevata mentre sarà difficile fare un intervento significativo sulla legge Fornero.

Dunque, almeno nelle previsioni degli stessi addetti ai lavori, si punterà a confermare la cosiddetta Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi per uscire dal lavoro in anticipo rispetto all’età di vecchiaia e alla pensione anticipata fissata a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne oltre a tre mesi di finestra mobile) e l’Ape sociale mentre si tenterà di fare qualche aggiustamento a Opzione donna dopo la stretta decisa per quest’anno. Appare esclusa, al momento, la possibilità di uscita con 41 anni di contributi senza altre condizioni perché troppo costosa mentre sembra poco conveniente per i lavoratori l’ipotesi di uscire con 41 anni di contributi ricalcolando tutto il montante precedente il 1996 con il calcolo contributivo.

Per Quota 103 la Cgil calcola che saranno accolte quest’anno meno di 20mila domande. Potrebbe essere invece rafforzato il contratto di espansione che comunque può essere penalizzante per i lavoratori e dovrebbe essere previsto un intervento sulla previdenza integrativa con l’avvio di un nuovo semestre di silenzio assenso per l’iscrizione ai fondi. Il nodo principale resta, in prospettiva, quello del raggiungimento di una pensione adeguata per i lavoratori che oggi sono giovani. "Ribadiremo al governo che bisogna pensare da subito alle future pensioni dei giovani – spiegano dalla Uil – La precarietà dei rapporti di lavoro di questi anni ha generato buchi di contribuzione previdenziale che, se non sanati, condanneranno queste generazioni a pensioni molto basse".