Roma, 22 ottobre 2024 – Le pensioni minime a 631 euro. E’ quanto dovrebbe avvenire a partire dal 2025. Pare infatti confermata la rivalutazione del 2,7% dei trattamenti minimi come era previsto.
Le pensioni minime nel 2025 dovrebbero aumentare del 2,7%, circa 1,7 punti oltre l'inflazione e valere quindi 631,37 euro dai 614,77 attuali. Secondo quanto spiegano fonti vicine al dossier manovra dovrebbe quindi essere confermato l'intervento fissato per il 2024 che prevedeva un incremento del 2,7%.
Nella manovra inoltre dovrebbe essere introdotta la possibilità di usare i fondi integrativi alimentati con il Tfr per consentire di andare in pensione a coloro che non hanno raggiunto l'importo dell'assegno sociale con il sistema contributivo e andare così in pensione di vecchiaia a 67 anni.
Nessuna riforma è invece prevista per il sistema pensionistico. La riforma vera è rinviata a un futuro tavolo di trattativa con i sindacati che si aprirà successivamente. Nel 2025, insomma, non arriverà Quota 41, la bandiera della Lega.
Resteranno confermate, invece, le misure attualmente previste le uscite anticipate: Quota 103, come somma di 62 anni di età e 41 di contributi, e l’Ape sociale, oltre che Opzione donna e altre soluzioni di minore impatto. Cambia prospettiva, al contrario, la rivalutazione delle pensioni all’inflazione. Dopo anni di tagli ai trattamenti più elevati, il prossimo anno non dovrebbero scattare sforbiciate, ma l’adeguamento degli assegni all’inflazione sarà pieno per i differenti livelli di reddito.
Dovrebbero essere confermati anche gli incentivi per restare al lavoro. Il governo però vuole disincentivare l’uscita offrendo vantaggi a chi resta. Quella che era solo un’idea del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stata messa nero su bianco nel Documento inviato a Bruxelles. Si tratta di vantaggi di tipo fiscale (un esonero contributivo con aumento di stipendio netto), già distribuiti nel 2024 con il bonus Maroni, che verrebbe quest’anno rinforzato.