Martedì 12 Novembre 2024

Taglio alle pensioni, i medici scioperano contro la manovra 2024. “Rischio esodo di 6mila professionisti”

La legge di bilancio prevede una sforbiciata della quota retributiva per i dipendenti pubblici. Ecco le simulazioni. Il sindacato degli ospedalieri: “Chi potrà andare in pensione sceglierà di farlo subito, per evitare il pesante taglio all’assegno”

Roma, 31 ottobre 2023 – Medici sul piede di guerra per la manovra finanziaria presentata dal governo. Nel mirino dei camici bianchi il capitolo pensioni della legge di bilancio 2024 che taglia i rendimenti degli assegni per i dipendenti iscritti ad alcune casse, tra queste anche la Cassa pensioni sanitari (Cps). 

Nel merito della riforma – che dovrà essere discussa in Parlamento, insieme a tutto il pacchetto manovra, e approvata dall’Aula – entra Il Sole 24ore: in pratica vengono “tagliate le aliquote per gli anni di contribuzione calcolati con il sistema calcolati con il sistema retributivo (i primi 15 anni sino al 1996) azzerando soprattutto il così detto piede di partenza che garantiva loro una rendita, soprattutto in caso di premorienza, relativamente più elevata che poi, però, veniva, comunque, riassorbita negli anni di lavoro successivi”.

Medici e dirigenti sanitari verso lo sciopero
Medici e dirigenti sanitari verso lo sciopero

Tanto basta ai sindacati per parlare di “tagli pesantissimi”. In una nota Cgil, Fp e Flc spiega che la manovra prevede “la revisione delle aliquote di rendimento previdenziali per le pensioni liquidate dal 2024, delle quote di pensione retributive in alcune gestioni previdenziali del comparto pubblico e più precisamente degli iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli Enti locali (Cpdel), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (Cps) e alla Cassa per le pensioni degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (Cpi) e a favore degli iscritti alla cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari, degli aiutanti ufficiali giudiziari e dei coadiutori (Cpug)". 

Di quanto calerebbero le pensioni 

Ma quanto peseranno i tagli sulla pensione? Secondo un’analisi della Cgil “per una pensione di vecchiaia nel 2024, con 35 anni di contribuzione e 67 anni di età ed una retribuzione di 30.000 euro annui lordi, si può raggiungere un taglio di 4.432 euro all'anno, che se proiettato fino all'attesa di vita media raggiunge un mancato guadagno pari a 70.912 euro. Invece, prosegue l'analisi della Cgil, con una retribuzione lorda di 40.000 euro, il taglio potrebbe raggiungere 5.910 euro all'anno, che se proiettato fino all'attesa di vita media si arriverebbe ad un taglio complessivo pari a 94.560 euro. Ancora più alto il taglio previsto nel caso di una retribuzione di 50.000 euro, dove la decurtazione annua peserebbe per 7.387 euro, con un taglio complessivo calcolato sull'attesa di vita media pari a 118.192 euro”. 

Per il sindacato si fa “cassa sulle pensioni dei pubblici”.  Tra questi, appunto, i medici, che oggi alzano la voce. Le sigle  Anaao Assomed e Cimo-fesmed hanno proclamato formalmente lo stato di agitazione e, “indiranno una giornata di sciopero nella prima data utile”.

Rischio esodo per 6mila sanitari

A chi ha già maturato i requisiti converrà scegliere subito di andare in pensione per evitare i tagli prospettati dalla nuova riforma, fanno notare i sindacati. Pierino Di Silverio, segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l'Anaao Assomed  spiega che “circa 6mila medici e dirigenti sanitari del SSn hanno già maturato i requisiti pensionistici o li matureranno nel 2024, ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi e 67 anni di età. Prevediamo che ci sarà un esodo dal Ssn perché i professionisti che potranno andare in pensione sceglieranno probabilmente di farlo subito, per evitare il pesante taglio alla loro pensione  –  fino a 26mila euro l'anno  –  che scatterà dal primo gennaio 2024”. Dunque, avverte Di Silverio, “si rischia un abbandono massiccio del Ssn già da subito”. Si delinea così, sottolinea, “un quadro nero per un Servizio sanitario già in crisi: alla più che probabile uscita di circa 6mila professionisti, si deve infatti sommare l'uscita di altri circa 4mila medici e dirigenti sanitari che ogni anno vanno generalmente in pensione pur non avendo maturato i requisiti. Numeri che vanno ad aggiungersi alla carenza di personale negli ospedali che attualmente è già stimata in almeno 15mila unità”. I sindacati inviteranno comunque gli iscritti con i requisiti, e che subiranno una decurtazione maggiore della pensione, a “presentare ora la domanda di pensione usando tutte le ferie arretrate”.

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