Giovedì 21 Novembre 2024
ELENA COMELLI
Economia

Slitta ancora la Manovra 2023. In arrivo nuove modifiche, salve le pensioni dei medici

Il governo presenta quattro emendamenti, approvazione dopo Natale. Si tratta ad oltranza

Roma, 7 dicembre 2023 – Nessuna penalizzazione per le pensioni di vecchiaia e un ulteriore meccanismo di tutela per il comparto sanità. È questa la soluzione con cui il governo prova a risolvere il contestato tema del taglio agli assegni di medici e statali previsto in manovra. L’intervento però è ancora solo un annuncio, promesso dal governo insieme a modifiche su altri tre macro-temi. E mentre il Superbonus non smette di far discutere con la maggioranza che si divide sulla proposta di una commissione d’inchiesta, i tempi della legge di bilancio si allungano: l’arrivo in aula in Senato slitta al 18 dicembre e si fa sempre più concreto il rischio di un via libera definitivo del Parlamento solo dopo Natale. Il lavoro sulla manovra avanza sottotraccia mentre il Senato prova a fatica a chiudere sul decreto Anticipi. Dopo l’ok della commissione Bilancio il testo arriva all’esame dell’Assemblea, ma non si va oltre la discussione generale: mancano i pareri del governo e i lavori vengono più volte sospesi.

Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia (Ansa)
Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia (Ansa)

Poi il governo annuncia che interverrà con propri emendamenti su quattro temi: la revisione del calcolo delle pensioni, in particolare del personale sanitario; la copertura dell’accordo sindacale con le forze armate di polizia in tema di rinnovo dei contratti; gli enti territoriali, con un fondo aggiuntivo per le regioni speciali che hanno avuto una penalizzazione con la delega fiscale (rinnovo delle trattenute Irpef) e un fondo per ristorare le regioni ordinarie per l’aumento dei costi dell’energia; gli investimenti, con una diversa strutturazione dei costi per il Ponte sullo Stretto a carico dello Stato e della Regione. Il più atteso è l’intervento sui tagli alle pensioni di medici, maestre, impiegati comunali e ufficiali giudiziari, e contro cui pochi giorni fa hanno scioperato i camici bianchi. L’annuncio della modifica – attaccano sulle prime le opposizioni : è limitato solo a medici e infermieri. Così "continueranno a penalizzare gli insegnanti e tutti gli altri dipendenti pubblici", denuncia il capogruppo del Pd in Senato Francesco Boccia. Nessun dietrofront rispetto agli annunci degli ultimi giorni chiarisce però poco dopo il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: "Non vi saranno penalizzazioni per le pensioni di vecchiaia" e per il comparto sanità "sarà previsto anche un ulteriore meccanismo di tutela".

Gli emendamenti, tuttavia, sono ancora un annuncio: la maggioranza promette che arriveranno nelle prossime ore, così da consentire di avviare il dibattito in commissione da lunedì. Una lentezza nei tempi che, sostengono dall’opposizione, sorprende soprattutto se si considera che la manovra è arrivata blindata, con la maggioranza vincolata a non presentare emendamenti e la volontà espressa a più riprese dal governo di dare un segnale di compattezza approvandola in tempi rapidi. Non trova un centrodestra unito intanto la proposta di FdI di chiedere una commissione d’inchiesta sul Superbonus. Mentre per arginare un problema concreto che rischia di prendere forma da gennaio, quando i condomini non potranno più finire i lavori iniziati con il 110%, spunta sempre da FI la proposta di di un emendamento anti-contenziosi.

Per quanto riguarda l’Europa, invece, gli occhi sono tutti puntati sull’Ecofin di domani. In ogni caso, già stasera, terminato l’Eurogruppo, i ministri delle Finanze dell’Ue verranno "sequestrati" dalla presidenza spagnola, per una cena dedicata alla riforma del Patto di stabilità, che si tradurrà probabilmente in una maratona notturna alla ricerca di un accordo.

Una fonte vicina al dossier sostiene che siamo "molto vicini" a un’intesa, anche se le posizioni dei Paesi su diversi punti ancora non collimano. Il ministro Giancarlo Giorgetti, in particolare, ha tracciato la linea rossa della posizione italiana: sì ad una soluzione, ma senza ulteriori vincoli e regole troppo stringenti. Giorgetti lega a doppio filo l’esito di questa trattativa con qualsiasi valutazione sul Mes e ha lasciato planare la minaccia di un veto dell’Italia.