Giovedì 7 Novembre 2024
FABIO LOMBARDI
Economia

Pensioni marzo 2024, niente aumenti. Anzi, rischio importi più bassi per colpa dell’Irpef comunale

L’applicazione degli aumenti dell’Irpef comunale porterà al taglio di alcuni assegni rispetto a febbraio

Roma, 19 febbraio 2024 – Si avvicina il mese di marzo e milioni di pensionati iniziano a pensare all’assegno in arrivo. Una pensione che, a differenza delle ultime mensilità, non sarà caratterizzata da aumenti rispetto al mese precedente. Anzi. Diversi pensionati potrebbero trovare un accredito inferiore rispetto a febbraio. Vediamo nel dettaglio. 

Pensioni marzo 2024
Pensioni marzo 2024

Il cedolino della pensione di marzo

Come sempre, anche per la pensione di marzo, nei prossimi giorni sarà consultabile (generalmente dopo il 20 del mese precedente) sul sito Inps il cedolino. Per consultarlo basterà collegarsi nella apposita sezione del portale Inps e accedere con le credenziali Spid (identità digitale), Cie (Carta d’identità elettronica) e Cns (Carta nazionale dei servizi, meglio nota come tessera sanitaria).

L’importo e l’inflazione

Da gennaio 2024 le pensioni sono aumentate per effetto dell’adeguamento degli assegni all’inflazione prevista fissata al 5,7%. Un incremento che non è stato uguale per tutte le pensioni (la scheda delle rivalutazioni) me che percentualmente diminuisce all’aumentare del trattamento pensionistico. Aumenti che varranno per ogni mese del 2024.

Gli esempi degli aumenti delle pesnioni di gennaio 2024
Gli esempi degli aumenti delle pesnioni di gennaio 2024

La pensione di marzo

L’importo della pensione di marzo non farà accezione e, rispetto allo stesso mese del 2023, sarà rivalutato in base all’inflazione prevista. Alcuni però potranno avere una “cattiva sorpresa”, rispetto alla cifra ricevuta a febbraio, a causa delle addizionali Irpef comunali.

Cattiva sorpresa, per chi?

Alcuni pensionati potranno infatti ricevere una cifra più bassa rispetto alla pensione di febbraio. Questo come detto per effetto dell’Irpef comunale. Una sorpresa (negativa) che non riguarderà tutti. Infatti si troveranno la pensione decurtata solo coloro che abitano nei Comuni che hanno deciso di elevare le aliquote (percentuali di tassazione).

I motivi

Senza entrare troppo in tecnicismi, a marzo, sarà infatti applicato l’acconto dell’addizionale Irpef comunale (una cifra che viene trattenuta, tutti i mesi, nelle pensioni che vanno da marzo a novembre) su pensioni e buste paga.

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Tagli diversi da città a città

Come detto non tutti i pensionati riceveranno un assegno più basso di febbraio. Il “taglio” riguarderà chi risiede nei Comuni che hanno deciso di aumentare le aliquote Irpef locali. Fra i grandi Comuni ci sono ad esempio Palermo e Napoli (come riporta il sito di Sky). A Napoli ad esempio l’aliquota Irpef comunale passa dallo 0.9% all’1%. Un aumento che coinciderà con tagli alle pensioni (a seconda degli importi) che vanno fra i 15 e i 50 euro.

Rischio discriminazione

“La differenza fra le aliquote Irpef locali applicate rappresenta, a nostro avviso, una discriminazione”, spiega Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil nazionale. “Non si capisce perché una persona, in questo caso un pensionato, debba pagare di più in una città rispetto ad un’altra magari ottenendo servizi peggiori. Una questione ancor più delicata se inserita nel contesto dei progetti di autonomia differenziata”.