Venerdì 17 Gennaio 2025
CLAUDIA MARIN
Economia

Pensioni, il governo ‘congela’ l’Istat. “Stop all’innalzamento dei requisiti”

I ministri pronti a ‘sterilizzare’ l’aumento di età e contributi correlati al calcolo statistico dell’aspettativa di vita

Marina Elvira Calderone, 59 anni, ministra del Lavoro

Marina Elvira Calderone, 59 anni, ministra del Lavoro

Roma, 17 gennaio 2025 – Il governo è pronto a bloccare o, meglio, a sterilizzare i possibili e futuri innalzamenti dei requisiti previdenziali, età pensionabile e contributi, correlati all’aspettativa di vita come calcolata da Istat e Ragioneria generale dello Stato. A indicare questa strada sono sia il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sia la ministra del Lavoro, Marina Calderone. E, del resto, in questo senso si era espresso anche l’uomo delle pensioni della Lega, il sottosegretario Claudio Durigon. “Come ha già detto il mio collega Giorgetti – spiega la responsabile del dicastero di Via Veneto – siamo entrambi chiamati a fare riflessioni sul tema delle pensioni. I dati Istat sono importanti, è importante tenere conto delle indicazioni, ma serve una valutazione politica e anche un consolidamento dei dati che aspettiamo nei prossimi mesi”.

Il punto – insiste – è che “sui temi che hanno una forte ricaduta sulle aspettative delle persone, bisogna avere prudenza, ed è il modo in cui come governo stiamo procedendo”. A spiegare come si intende procedere è direttamente Giorgetti. Dopo il caso Inps, assicura che la politica avrà “tutto il tempo” per fare le sue riflessioni e quindi decidere, sulla base dei dati definitivi che darà l’Istat. Tutto questo presumibilmente a marzo, e non prima sulla base di documenti tecnici. Da qui l’annuncio di avere dato “indicazione alla Ragioneria di aspettare con i decreti direttoriali. L’aumento è nelle prerogative della politica. Questo è l’andamento che viene certificato dall’Istat e dall’evoluzione demografica ma non c’è e non ci sarà – rimarca Giorgetti – nessun decreto direttoriale finché la politica non si esprimerà”.

Deciso e drastico il no della Lega: “Ci impegneremo – incalza Durigon – a bloccare ogni inasprimento dei requisiti, se i dati Istat dovessero evidenziare un aumento dell’aspettativa di vita”. D’altronde, sottolinea che già nel 2019 il meccanismo è stato bloccato. L’equilibrio del sistema previdenziale “non è assolutamente a rischio e non richiede, né richiederà in futuro” interventi né sull’età né sugli anni di contributi.

I tre mesi di aumento dell’età pensionabile e dei requisiti contributivi dal 2027, ipotizzati nel simulatore dell’Inps e successivamente cancellati, dovrebbero, dunque, restare al palo, ma la stessa cosa non può dirsi per gli incrementi di altri tre mesi dal 2029 in avanti. Anche se sulla sostenibilità del sistema il documento annuale del Centro studi di Itinerari previdenziali indica che il rapporto tra lavoratori e pensionati (i primi aumentati nell’anno a 23,754 milioni, i secondi a 16,230 milioni) sale a quota 1,4636, il miglior valore della serie storica tracciata dallo studio. Benché ancora al di sotto dell’1,5 già indicata come soglia minima per la stabilità di medio-lungo termine, nel complesso “il sistema regge e continuerà a farlo”, a patto – si sostiene – di compiere, in un Paese che invecchia, scelte più oculate su politiche attive per il lavoro, anticipi ed età di pensionamento.